I lavoratori privati possono scegliere l’isopensione per lasciare il lavoro in anticipo. Ora che la normativa è cambiata cosa accadrà a chi è in pensione?
Dal 2013 i lavoratori e le aziende private possono contare sull’isopensione per condurre a quiescenza determinate categorie di dipendenti prossimi al pensionamento. L’esodo dei lavoratori anziani è attivo anche nel 2024 ma con dei cambiamenti.
Le aziende che hanno più di quindici dipendenti possono raggiungere accordi con l’INPS, sindacati e lavoratori per mandare quest’ultimi in pensione prima della pensione di vecchiaia e prima della pensione anticipata. Il meccanismo si chiama isopensione e permette un anticipo dell’età pensionabile fino a sette anni. L’azienda verserà l’assegno e la copertura contributiva tale da garantire ai lavoratori la copertura pensionistica fino a quando verranno maturati i requisiti di accesso all’assegno di quiescenza definitivo.
Requisito di uscita con l’isopensione è il compimento da parte del lavoratore di 60 anni e 4 mesi di età nel 2024. Significa che il dipendente andrebbe a percepire la pensione di vecchiaia nel 2031. In alternativa potrebbe raggiungere la pensione contributiva a 64 anni di età. Ricordiamo che il passaggio dall’isopensione al trattamento di vecchiaia o alla pensione anticipata non è automatico. Il percettore dovrà inoltrare domanda in tempo. Essendo cambiati i requisiti di accesso alla pensione contributiva come si devono comportare i lavoratori in isopensione dal 2020?
Poniamo il caso di un lavoratore uscito dal mondo del lavoro nel 2020 con quattro anni di isopensione in scadenza nel 2024. Significa anche in pensiona anticipata contributiva che richiedere 64 anni di età e venti anni di contributi più una nuova condizione introdotta dalla Legge di Bilancio 2024.
Si potrà andare in pensione solo se l’assegno pensionistico sarà pari o superiore a 3 volte il trattamento minimo (la soglia minima è di 2,8 volte il minimo per le donne lavoratrici con un figlio e di 2,6 volte il minimo per le lavoratrici con due o più figli). Il limite, dunque, è presente e inciderà sul pensionamento nell’anno in corso. Occorrerà rivolgersi all’INPS per avere chiarimenti in merito e definire con chiarezza le condizioni di accesso alla pensione anticipata lasciando l’isopensione.
Diverso il caso del pensionamento anticipato ordinario. Per la pensione servono 42 anni e dieci mesi di contributi (un anno in meno per le donne) e non sono previsti limiti sulla liquidazione dell’importo. Nessun problema, dunque, per il passaggio da un trattamento all’altro soddisfacendo questo requisito pur essendo in isopensione dal 2020.
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