Sei nato nel 1961? Puoi andare in pensione già quest’anno. Ma il tuo assegno previdenziale sarà penalizzato.
Pensione anticipata ma con assegno più basso del previsto. Questa la sorte dei nati nel 1961: possono andare in pensione quest’anno ma solo se accettano delle penalizzazioni.
Tutto non si può avere. Soprattutto quando si parla di pensione. In questo caso di pensione anticipata. Chi deciderà di andare in pensione con qualche anno di anticipo rispetto a quanto stabilito dalla legge Fornero, dovrà accettare di ricevere un assegno mensile più basso del previsto. In alcuni casi anche molto più basso.
In particolare quest’anno tale scelta spetta a chi è nato nel 1961. I nati in quest’anno in molti casi potranno uscire dal lavoro già nel 2024 e con un requisito contributivo non troppo alto. Ma se scelgono di percorrere questa strada dovranno accettare anche di essere penalizzati su diversi fronti e di ricevere ogni mese un assegno più basso di quel che si sarebbero aspettati.
Pensione per i nati nel 1961: cattive notizie
Per ogni notizia buona, spesso, ce ne è anche una cattiva. La buona novella è che se sei nato nel 1961 puoi andare in pensione già quest’anno. La cattiva notizia è che il tuo assegno mensile potrebbe essere fortemente decurtato.
Chi è nato nel 1961, quest’anno spegnerà 63 candeline sulla torta di compleanno e, dunque, potrà accedere alla pensione anticipata con Ape sociale. Questa misura è stata introdotta nel 2017 ed è stata riconfermata dal Governo di Giorgia Meloni anche per il 2024. Con Ape sociale è possibile accedere alla pensione a 63 anni e 5 mesi di età e gli anni di contributi devono essere 30 oppure 36, a seconda della categoria lavorativa. Ape sociale, tuttavia, non è fruibile da tutti i lavoratori ma si rivolge solo alle seguenti categorie:
- caregiver da almeno 6 mesi del proprio coniuge o di un parente di primo grado convivente;
- lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%;
- disoccupati;
- addetti ai lavori usuranti.
Quest’ultima categoria deve aver maturato almeno 36 anni di contributi. Tutti gli altri, invece, possono andare in pensione con Ape sociale con solo 30 anni di contributi. Pertanto se una persona è nata nel 1961, ha almeno 30 anni di contributi e appartiene ad una delle categorie sopra esposte, può andare in pensione già quest’anno. Ma con parecchie penalizzazioni.
Ape sociale, infatti, non è una vera e propria pensione ma, piuttosto, un “assegno ponte” che accompagna il soggetto fino all’età pensionabile, quando poi riceverà la sua pensione di vecchiaia. Chi sceglie di accedere alla pensione anticipata con Ape sociale non può mai ricevere un assegno mensile superiore ai 1.500 euro e non può nemmeno tornare a lavorare per arrotondare ad eccezione del lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro lordi l’anno.
Inoltre Ape sociale non prevede né la tredicesima né la quattordicesima, non è soggetta alla rivalutazione annua e, in caso di decesso del beneficiario, non è prevista la reversibilità per il coniuge. Ape sociale non prevede neppure la corresponsione degli assegni familiari e non dà diritto alle maggiorazioni sociali. Tutte queste limitazioni vengono meno solo quando il soggetto raggiunge l’età per ricevere la sua pensione di vecchiaia ordinaria.