Tanti lavoratori convinti di andare in pensione nel 2025 dovranno rimanere a lavoro a causa della nuova formula 67 + 25. In cosa consiste?
Cambia la pensione di vecchiaia nel 2025, i nuovi requisiti escluderanno tanti lavoratori dalla possibilità di pensionamento. La Riforma delle pensioni sta prendendo una piega inaspettata.
Tanta attesa per la Riforma delle pensioni come sarà ripagata? Probabilmente con sorprese poco piacevoli per i cittadini che non vedranno accontentate le richieste di misure strutturali e flessibili senza grossi tagli sull’assegno pensionistico. L’ipotesi più plausibile è che se i cambiamenti verranno realmente effettuati non saranno convenienti per i lavoratori. La necessità del Governo, infatti, è di spingere i lavoratori a tardare il momento del pensionamento per evitare il collasso del sistema previdenziale italiano a causa dell’inverno demografico, dell’invecchiamento della popolazione e delle casse esigue dello Stato.
Le pensioni anticipate, dunque, saranno sempre meno vantaggiose e circolano voci su una possibile sparizione delle Quote. Quota 103, nello specifico, non dovrebbe essere prorogata nel 2025 e potrebbe sparire o cambiare Opzione Donna. L’unica certezza è di una conferma dell’APE Sociale. Come misure flessibili, invece, si parla di un range di pensionamento tra i 64 e i 72 anni con premi per chi resta a lavoro dopo i 67 anni.
Attualmente la pensione di vecchiaia si raggiunge al compimento dei 67 anni di età e avendo maturato 20 anni di contributi. La proposta del Centro Studi è di aumentare i contributi fino a 25 anni. Significa che i lavoratori che avevano in programma il pensionamento nel 2025 con 20 anni di contributi potrebbero dover rimanere al lavoro ancora per altri 5 anni. Il fine è ritardare il momento del pensionamento per corrispondere meno assegni pensionistici.
Per quanto riguarda le pensioni anticipate abbiamo già accennato ad una flessibilità tra i 64 e i 72 anni con tagli dell’assegno per i lavoratori che scelgono di lasciare il mondo del lavoro prima dei 67 anni e premi per chi vi rimane superando questa età. Inoltre, per uscire con gli scivoli di pensionamento anticipato bisognerebbe come minimo raggiungere un importo superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Tutto questo per evitare che le misure gravino troppo sulle casse dello Stato.
A cambiare anche i coefficienti di trasformazione previsti per il calcolo contributivo dell’assegno. Potrebbero diventare più svantaggiosi soprattutto per chi esce dal lavoro prima dei 67 anni. In conclusione, la combinazione che probabilmente avremo in Italia nel 2025 sarà quella 67 + 25 che andrà a sostituire l’attuale 67 + 20. Cinque anni di contributi in più che si riveleranno fondamentali per molti lavoratori.
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