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In pensione nel 2025: quali sono gli strumenti per smettere di lavorare? I trucchi per scegliere quello più vantaggioso

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Antonia Festa

A seconda del proprio anno di nascita, è possibile accedere alla misura pensionistica più consona alle proprie esigenze. Ecco quelle disponibili.

In vista della prossima Riforma del sistema pensionistico, chi ha maturato i presupposti per accedere a uno degli strumenti di flessibilità in uscita potrebbe approfittarne, per non rischiare di perdere l’occasione di lasciare in anticipo il mondo del lavoro.

Quali sono gli strumenti per smettere di lavorare nel 2025? (cityzen.it)

Molto probabilmente, la Riforma slitterà e le misure finora predisposte verranno abolite. Al momento, infatti, non si sa se con la prossima Legge di Bilancio verranno riconfermate o meno, visto che la maggior parte di esse scadranno il prossimo 31 dicembre.

Gli unici strumenti certi per poter accedere alla pensione sono quelli ordinari, che cambiano a seconda dell’anno di nascita degli interessati . Vediamo, dunque, quali consentono di lasciare il lavoro a partire dal 1° gennaio 2025.

Pensione nel 2025: tutte le opzioni disponibili

Nel 2025 potranno andare in pensione i nati nel 1958, che compiranno 67 anni di età. Anche chi non maturerà i 20 anni di contribuzione potrà ugualmente smettere di lavorare, richiedendo l’Assegno sociale.

Ecco come andare in pensione il prossimo anno (cityzen.it)

Quest’ultima prestazione è accessibile ai non coniugati che hanno un reddito non superiore all’ammontare stesso dell’Assegno sociale (che, attualmente, è pari a 534,41 euro). Per i coniugati, invece, il reddito personale sommato a quello del coniuge non deve superare di 2 volte l’Assegno sociale.

Per chi, invece, intende usufruire della pensione di vecchiaia, bisogna fare un’importante precisazione. I contributivi puri, cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, devono anche maturare un assegno pensionistico non inferiore all’importo dell’Assegno sociale.

Per i contributivi puri, è prevista anche un’altra misura per andare in pensione, destinata a chi ha almeno 64 anni di età (e, dunque, è nato nel 1961). Si tratta della cd. pensione anticipata contributiva. Tale strumento è accessibile a coloro che hanno anche 20 anni di versamenti e a cui spetta un assegno pensionistico pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale. Per le donne con uno o due figli, quest’ultimo requisito scende a 2,8 volte l’Assegno sociale, mentre per quelle con tre o più figli a 2,6 volte.

Ci sono, infine, delle soluzioni che prescindono dall’età anagrafica. Stiamo parlando della pensione anticipata ordinaria, raggiungibile con 41 anni e 10 mesi di versamenti, per le donne, e i 42 anni e 10 mesi di versamenti, per gli uomini. I precoci (ossia coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi prima del diciannovesimo anno di età), invece, potranno andare in pensione nel 2025 con la cd. Quota 41, ossia con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica. Questa misura, però, è riservata solo ai caregivers, agli invalidi, ai disoccupati e agli addetti ai lavori gravosi.

Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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