Il virus dell’influenza aviaria ha raggiunto anche i bovini ed è stato scoperto che passa nel latte vaccino.
Negli Stati Uniti è massima allerta e tutte le realtà preposte stanno monitorando attentamente l’evolversi della situazione, soprattutto dopo che un allevatore è stato infettato.
Alle persone è stato raccomandato di consumare solamente latte pastorizzato. Per quanto riguarda la carne, invece, come stanno le cose? La domanda è lecita, visto che si teme una nuova pandemia e che mangiare cibo infetto potrebbe rappresentare un pericolo aggiuntivo.
Siamo a due casi accertati di influenza aviaria, che si sono verificati in America: il primo in Texas e l’altro in Michigan.
Fortunatamente, le due persone infette – due allevatori – non hanno manifestato sintomi gravi ma gli esperti sono preoccupati del fatto che i due casi si siano verificati a migliaia di chilometri di distanza. Questo vorrebbe dire che il patogeno si sta diffondendo ampiamente.
A seguito degli alert lanciati dall’OMS, molti addetti ai lavori, che hanno quindi contatti ravvicinati con le mucche da latte, hanno cominciato a indossare dispositivi di protezione individuale (mascherine) durante il lavoro.
Per quanto riguarda il virus trasferito nella carne e nel latte, l’OMS ha dapprima rassicurato i consumatori, ricordando che il latte pastorizzato è sicuro. Ovviamente, il latte crudo rappresenta un rischio proprio perché non subisce il processo di pastorizzazione che uccide il patogeno.
Anche per quanto riguarda la carne gli esperti hanno voluto effettuare dei test. Per prima cosa, non sono stati trovati tagli di carne infetti al supermercato (anche perché gli animali malati non dovrebbero essere macellati), inoltre si è scoperto che con un’adeguata cottura il virus dell’influenza aviaria muore.
Per adeguata cottura, gli esperti si riferiscono a valori compresi tra 63 °C e 71 °C, mentre una cottura a 48-49°C non sarebbe sufficiente.
In Italia al momento non se ne parla molto, ma negli States l’attenzione è molto alta: ai lavoratori del settore sono consigliate le mascherine e inoltre si stanno attuando misure atte a contrastare un’eventuale pandemia globale. Allo studio ci sono già 4 vaccini candidati, di cui uno di Moderna a mRNA. Questa tecnologia, la medesima utilizzata per creare vaccini contro il Covid, viene preferita perché consente di creare milioni e milioni di dosi in poco tempo, a differenza di altri metodi.
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