Coloro che sono affetti da malattie invalidanti possono richiedere l’iscrizione nelle categorie protette e accedere a numerosi vantaggi lavorativi.
I lavoratori che possiedono peculiarità psico- fisiche devono poter svolgere il mestiere più adatto alle loro esigenze. Si tratta di un aspetto fondamentale, perché assicura il rispetto del diritto al lavoro per tutti.
Per tutelare chi si trova in situazioni di disagio, è previsto l’inserimento nelle cd. categorie protette, cioè le categorie di persone che godono di una posizione privilegiata ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro.
C’è una malattia che può diventare invalidante nelle ipotesi più gravi, che si manifesta sia con sintomi psicologici sia con segnali fisici come dolori muscolari e articolari, emicranie e disturbi del sonno. Tale condizione può avere delle ripercussioni molto gravi sulla vita sociale e lavorativa dell’ammalato che, dunque, può essere inserito nelle categorie protette. Vediamo quali sono i requisiti da rispettare.
Categorie protette: l’iscrizione da parte degli affetti di una diffusissima malattia
La normativa (Legge n. 68/1999) prevede l’inserimento nelle categorie protette dei soggetti affetti da invalidità superiore al 75%, degli invalidi del lavoro con invalidità superiore al 33%, dei sordomuti, dei non vedenti, degli invalidi di guerra, degli invalidi per servizio e di coloro che, pur non avendo menomazioni psico-fisiche, vivono in condizioni di svantaggio o disagio sociale (ad esempio, i coniugi superstiti o gli orfani di guerra).
In alcuni casi, anche la depressione può essere considerata una patologia invalidante e consente l’accesso alle categorie protette. A tal fine, è necessario ottenere prima il riconoscimento dell’invalidità civile. A seconda dei sintomi riscontrati, viene attribuita una determinata percentuale di invalidità. Nel dettaglio:
- la sindrome depressiva endoreattiva consente il riconoscimento di un’invalidità che va dal 10% al 31% – 40% per sindrome grave;
- la sindrome depressiva endogena prevede l’attribuzione di un’invalidità del 30% per i casi lievi, dal 41% al 50% per la media entità e dal 71% all’80% in caso di gravità;
- la nevrosi fobico ossessiva consente il riconoscimento dell’invalidità del 15% per patologia lieve e dell’invalidità dal 41% al 50% nei casi gravi;
- per la nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media gravità l’invalidità va dal 21% al 30%;
- la nevrosi ansiosa attribuisce un’invalidità del 15%;
- la psicosi ossessiva consente di ottenere un’invalidità dal 71% all’80%.
Per i soggetti depressi di età compresa tra i 15 e i 65 anni, disoccupati e non pensionati, l’inserimento nelle categorie protette è previsto nel caso di riconoscimento di un’invalidità superiore al 45%. Gli interessati possono rivolgersi al Centro per l’Impiego della Provincia di appartenenza per ottenere l’iscrizione.