La pensione di reversibilità spetta anche se il coniuge non percepiva ancora l’assegno di INPS: come sarà possibile ottenerla.
La pensione di reversibilità in Italia è la quota parte della pensione complessiva che spetta ad uno dei due coniugi al sopraggiungere della morte dell’altro. Questa prestazione è di natura previdenziale e non assistenziale in cui entrano in campo delle logiche equitative. Adesso può spettare al coniuge anche se non percepiva ancora l’assegno INPS.
La pensione indiretta, nota anche come pensione di reversibilità, è una prestazione previdenziale rivolta al coniuge e ad altri parenti di un lavoratore defunto, anche nel caso in cui il defunto non avesse ancora iniziato a percepire una pensione. Questa misura, prevista dalla Legge, copre situazioni particolari in cui il lavoratore non era ancora in quiescenza ma aveva comunque accumulato determinati requisiti contributivi.
A differenza della pensione di reversibilità tradizionale, in cui l’assegno passa direttamente al coniuge o ai parenti del pensionato defunto, la pensione indiretta prende in considerazione il caso in cui il defunto non era ancora in possesso di una pensione. Per poter accedere a questa prestazione, è necessario che il defunto abbia uno status di assicurato, ossia che abbia accumulato requisiti contributivi specifici. Vediamo dunque quali sono i requisiti richiesti per beneficiare della pensione di reversibilità.
Pensione di reversibilità, come accedere senza assegno INPS: tutte le condizioni
Partiamo col dire che per beneficiare della pensione indiretta, il defunto deve essere iscritto alla previdenza obbligatoria da almeno 15 anni, considerando sia l’anzianità assicurativa che contributiva. In alternativa sarà sufficiente che ci siano almeno 5 anni di contribuzione, di cui almeno 3 nei 5 anni che precedono il decesso.
I beneficiari della pensione indiretta includono il coniuge, l’unito civilmente, il divorziato con assegno divorziale (senza nuove nozze), figli minori alla data del decesso, figli inabili a prescindere dall’età (se a carico del defunto alla data del decesso) e figli che frequentano scuole o corsi formativi fino a 21 anni o università fino a 26 anni. L’importo della pensione indiretta è determinato in base a una percentuale della pensione che sarebbe spettata al defunto in base ai contributi versati alla data del decesso.
Quindi, ad esempio, il coniuge può ricevere il 60% della pensione, mentre in presenza di un figlio avente diritto, l’importo può salire all’80%. Infine con due o più figli raggiunge addirittura il 100%. Nel caso in cui non ci sia un coniuge in vita, le aliquote per altri beneficiari variano. Un figlio quindi può ricevere il 70%, due figli l’80% e così via. La pensione indiretta va a configurarsi come una forma di sostegno finanziario per quelli che sono i familiari del defunto, andando a contribuire un certo livello di sicurezza economica in situazioni difficili.