La Legge 104 prevede delle agevolazioni per i caregivers. In cosa consistono e qual è la procedura per il loro riconoscimento? Scopriamolo.
Il caregiver familiare è colui che, giornalmente e in maniera gratuita, si prende cura di un parente affetto da disabilità e non autosufficiente, affinché esplichi le normali attività quotidiane. Per ottenere la qualifica di caregiver bisogna rispettare specifici requisiti.
È essenziale provare la parentela con il disabile, la prestazione delle cure in maniera regolare e costante e la gratuità di tale attività. Tra i presupposti imprescindibili rientra anche la convivenza da almeno 6 mesi con il soggetto che necessita di assistenza.
Questa circostanza è verificata d’ufficio dall’INPS, sulla base dell’indicazione della residenza dichiarata dal familiare o di un eventuale domicilio temporaneo. In alternativa, si può presentare richiesta per il riconoscimento della qualifica di caregiver presso l’Ufficio locale dei servizi sociali, allegando: il certificato della parentela, la documentazione medica relativa alle condizioni di salute del disabile, la prova della residenza in Italia e la dichiarazione dell’assistito attestante il ruolo di assistente del richiedente. Ma quali sono i benefici riservati ai caregivers? Scopriamolo.
Agevolazioni e Bonus per caregivers: quando spettano?
I caregivers hanno diritto all’assistenza finanziaria, a cure di sollievo e a riduzioni dell’orario lavorativo. A tal fine, a novembre 2023 è stato introdotto il cd. Bonus caregiver, un sussidio economico gestito dalle Regioni e dai Comuni, che ha lo scopo di aiutare i familiari che dedicano gran parte del loro tempo all’assistenza di soggetti disabili gravi, costretti ad affrontare ingenti spese per la cura.
Il Bonus viene erogato dagli Enti locali tramite appositi bandi o progetti specifici. L’importo, dunque, varia da Regione a Regione, sulla base dello stanziamento dei fondi (per il 2024, il Governo ha destinato 25 milioni di euro per il sussidio).
I caregivers possono, inoltre, accedere alla pensione anticipata grazie all’Ape sociale, prorogata fino al 31 dicembre 2024. Per richiederla, sono necessari almeno 65 anni e 5 mesi di età e 30 o 36 anni di contribuzione, la cessazione di ogni tipo di attività lavorativa e la mancata titolarità di ulteriori trattamenti pensionistici o sussidi di disoccupazione.
Il pensionamento anticipato è, inoltre, raggiungibile da parte delle caregivers di sesso femminile tramite Opzione Donna, riservata anche alle invalide almeno al 74% e alle licenziate o dipendenti di aziende in crisi. La misura è accessibile con 61 anni di età e 35 anni di contribuzione, ma è possibile avere uno sconto di un anno sul requisito anagrafico se si ha almeno un figlio o di due anni se si hanno più figli.