Dopo tanti rumors e ipotesi, speculazioni e timori, arriva un’affermazione molto preoccupante: l’Italia entrerà in guerra, è solo questione di tempo.
Le dichiarazioni divulgate da Andrea Margelletti, presidente del Cesi, sono forti e risuonano tremendamente nell’aria.
“Ci stiamo dirigendo verso una guerra; sarà inevitabile nel giro di pochi anni“, ha da poco rivelato Margelletti, che è anche consigliere per le politiche di sicurezza e di contrasto al terrorismo per il Ministro della Difesa.
Le considerazioni arrivano dal fatto che si presume che Putin non voglia terminare la guerra contro l’Ucraina e che prima o poi il conflitto si estenderà. Secondo Margelletti, infatti, Putin vuole conquistare tutta l’Ucraina e dopo questa invasione altri Paesi Europei rischiano di entrare in conflitto proprio per difendere Kiev.
Cosa si nasconde in realtà dietro alle parole di Andrea Mergelletti? L’Italia andrà davvero in guerra?
Non possiamo negare che l’Europa, negli ultimi decenni, abbia saputo mantenere gli Stati in pace, anche se con tutte le criticità che emergono comunque da ogni Paese membro.
Da quando però Putin ha iniziato la sua operazione militare in Ucraina tutto è cambiato. L’Ucraina, pur non essendo un Paese NATO, ha ricevuto tutto il supporto economico, logistico e di armi per difendersi dagli attacchi della Russia.
Tutti conosciamo bene ciò che è successo: l’UE ha attivato pacchetti punitivi verso Putin, accusando il Presidente della Federazione Russa di attuare crimini di guerra. L’Occidente si è “intromesso” in una questione interna che languiva da tempo, e Putin non ha mai manifestato l’intenzione di attaccare i Paesi NATO, per non avviare la Terza Guerra Mondiale.
Eppure, negli ultimi giorni e nelle ultime ore si alzano voci molto preoccupanti: l’UE sta effettuando una corsa agli armamenti e l’Italia non è da meno. Tutti i Paesi Membri stanno acquistando nuove armi e secondo l’opinione di Andrea Mergelletti, infatti, “Servono più uomini, almeno 15 mila militari in più, e maggiori investimenti portando le spese della difesa al 2% del pil, come ci ha chiesto la Nato“.
Tutto questo perché, ipotizzando una azione russa ancora più invasiva, i Paesi Ue (soprattutto Francia, Germania, Polonia e i Paesi Baltici) scenderebbero in campo militarmente per difendere Kiev.
L’Italia, secondo la Costituzione, è un Paese che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, eppure evidentemente il conflitto in Ucraina ha scatenato dinamiche per cui il nostro Paese dovrà ri-armarsi e combattere.