Se non si paga l’IMU, il Comune può irrogare sanzioni che colpiscono i depositi in banca o in Posta? La risposta vi lascerà a bocca aperta.
L’IMU è l’imposta che va pagata al Comune se si possiedono immobili, ad eccezione dell’abitazione principale che non rientra nelle categorie catastali di lusso. Ma cosa succede se non si adempie? C’è il pericolo che possa essere pignorato anche il conto corrente?
Per rispondere a tali dubbi, bisogna, innanzitutto, specificare che i contribuenti che omettono il pagamento dei tributi in forza di un “titolo esecutivo”, rischiano il pignoramento dei propri beni da parte del Fisco. In particolare, per il conto corrente, non esistono limiti di importo e, dunque, il pignoramento può avvenire anche per debiti di ammontare non elevato.
Come abbiamo anticipato, però, è necessario che ci sia un “titolo esecutivo”, ossia un accertamento immediatamente esecutivo (ad esempio, da parte dell’Agenzia delle Entrate o dell’INPS), una cartella esattoriale oppure un’ingiunzione fiscale da parte del Comune. Ma in quali casi l’Ente comunale può procedere con il pignoramento del conto corrente dei contribuenti che non hanno pagato l’IMU? Vediamo cosa stabilisce la normativa.
La Legge di Bilancio 2020 ha introdotto delle importanti modifiche alla modalità di riscossione dei tributi locali. In particolare, l’art. 1, comma 792, stabilisce che gli atti emessi dal 1° gennaio 2020 devono prevedere gli elementi necessari ad assicurare che, dopo il termine per la proposizione del ricorso, abbiano efficacia di titolo esecutivo e, dunque, possano essere attivate le relative procedure esecutive e cautelari. Non serve più, dunque, la formazione e la notifica della cartella di pagamento oppure l’ingiunzione fiscale.
La riforma consente l’accertamento immediatamente esecutivo anche delle imposte locali, come l’IMU e la TARI. Questo significa che i Comuni hanno la possibilità di iniziare la riscossione coattiva e il pignoramento del conto corrente direttamente, senza richiedere l’intervento del giudice.
La normativa, inoltre, per rendere più efficace la procedura di riscossione delle imposte locali, ha riconosciuto ai Comuni la facoltà di entrare nell’Archivio dei Rapporti Finanziari (una sezione dell’Anagrafe Tributaria in cui sono contenute le informazioni relative ai conti correnti dei contribuenti), senza l’autorizzazione del Tribunale.
In questo modo, i Comuni possono conoscere la banca presso cui il contribuente inadempiente ha i propri risparmi e, dunque, chiederne il pignoramento. La procedura illustrata dalla Legge di Bilancio 2020, inoltre, si applica anche nei confronti dei conti correnti postali.
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