La nuova legge per il mantenimento diventa sempre più restrittiva: non si ha diritto nemmeno se si è casalinghe, tranne un’eccezione.
Il mantenimento all’ex coniuge è nato come una garanzia per le donne che hanno rinunciato alla loro carriera per occuparsi della famiglia. Spesso non è facile per una donna reinserirsi nel mondo del lavoro se non si lavora da tempo o, peggio, se non si hanno esperienze di lavoro. Fare la casalinga è spesso una scelta costretta, ancora oggi, per molte donne, dopo la nascita del primo figlio. La scarsità di servizi per l’infanzia rende il mondo del lavoro un lusso per tante, così finiscono per abbandonarlo.
Fino a poco tempo fa il mantenimento all’ex moglie veniva incontro a queste categorie, ma oggi, con l’evoluzione del ruolo delle donne, sta diventando sempre più difficile per le separate ottenere il mantenimento dal marito, che spesso si traduce in un assegno obbligatorio per i figli. Le nuove sentenze rendono difficile ottenere l’assegno anche per chi è una casalinga, poiché oggi le donne sposate con figli che lavorano sono aumentate rispetto a un tempo.
Essere casalinga non è un requisito che dà diritto a ricevere l’assegno di mantenimento. Le recenti sentenze hanno dimostrato che una donna può tornare a lavorare se in età giovane o per altri fattori. Una recente sentenza ha negato l’assegno di mantenimento a una casalinga separata, con la motivazione che ha scelto lei di rinunciare alla sua occupazione. Ma quando si ha diritto oggi all’assegno? I requisiti sono sempre più restrittivi.
Uno degli esempi per il quale una casalinga ha diritto all’assegno divorzile da parte dell’ex marito è quando questi ha chiesto alla donna di rinunciare al suo lavoro per occuparsi della casa. Diverse sentenze hanno permesso alle donne di ottenere il mantenimento perché vivevano con uomini maschilisti e tradizionalisti che le hanno portate a perdere occasioni di lavoro, costringendole a lasciarlo o a non cercarlo.
Ciò non significa che il marito debba imporre alla moglie di restare a casa, basta solo che si tratti di una decisione presa assieme al marito. Un altro caso che dà alla casalinga il diritto ad essere mantenuta è quello di aver perso concrete opportunità di lavoro, a causa della scelta di restare a casa e che avrebbero migliorato la sua situazione economica.
Un esempio è quando una donna molto istruita ha un’ottima occasione di lavoro e ben retribuita e in linea con i suoi studi, ma non può accettare perché deve occuparsi della famiglia e della casa. Un altro caso è quando la donna versava in pessime condizioni economiche a causa di quella rinuncia.
Non ha quindi diritto al mantenimento una donna che vuole a tutti i costi restare a casa per non andare a lavorare, senza averlo scelto assieme al marito. Ad esempio, se il marito voleva che sua moglie andasse a lavorare per migliorare la situazione economica della famiglia, non deve versare il mantenimento. La cosa difficile è dimostrare che è andata davvero così.
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