Gli statali hanno diritto a ricevere il Trattamento di Fine Rapporto o Servizio in tempi brevi ma come fare se i conti dello Stato non tornano?
Il dilemma è se evitare che i conti dello Stato non tornino oppure se garantire un diritto agli statali, ossia quello di ricevere il TFR – TFS in pochi mesi e non a distanza di anni. La decisione è stata presa dalla Ragioneria di Stato e non va incontro ai lavoratori.
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il pagamento ritardato del Trattamento di Fine Rapporto o Servizio degli statali. L’attesa di anni prima di ricevere i propri soldi, dunque, è incostituzionale. La somma deve essere erogata ai lavoratori del settore pubblico in tempi brevi così come accadere per i dipendenti privati. Il consueto e sistematico ritardo, dunque, non deve più essere tollerato.
Questa la sentenza dei Giudici costituzionali in seguito al ricorso presentato proprio con riferimento alla prassi di erogare il TFR dopo mesi e mesi dall’interruzione dell’attività lavorativa. La stessa Corte di Cassazione ha stabilito come la discrezionalità del legislatore non sia temporalmente illimitata. Il protarsi dell’inerzia legislativa non è tollerabile all’infinito. Gli statali, dunque, vanno pagati ma con quali soldi?
Gli statali hanno diritto per Legge ad avere la liquidazione in tempi brevi ma purtroppo non sarà possibile garantire tale diritto. Lo ha deciso la Ragioneria di Stato dopo attenti controlli. Questa istituzione ha inviato una nota alla Camera per chiedere di bloccare le proposte di riduzione dei tempi di erogazione del TFR – TFS per gli statali.
Niente tre mesi per la prima rata, dunque. Si continuerà ad attendere un anno con la prima rata che può arrivare al massimo fino a 50 mila euro. Ricordiamo che il numero massimo di rate è tre con la seconda erogata dopo un anno dalla prima e la terza a due anni dalla prima. Tempi che si allungano in caso di pensionamento anticipato.
Il ritardo nell’erogazione ha in molti casi toccato i cinque anni per la prima rata. La Ragione di Stato ha chiarito che i conti dello Stato non possono coprire i versamenti dei TFR – TFS dei lavoratori in attesa. L’esito degli accertamenti è stato negativo. La riduzione da 12 a tre mesi peggiorerebbe la finanza pubblica e questo tenendo conto solo degli oneri più recenti. La decorrenza retroattiva renderebbe la situazione ancora più insostenibile. Si lavora, dunque, per trovare proposte alternative che salvaguardino conti dello Stato e lavoratori.
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