La pensione casalinghe è una prestazione previdenziale accessibile da donne e uomini iscritti al Fondo Casalinghe dell’INPS, ed è rivolto a coloro che non riescono a maturare abbastanza contributi ai fini pensionistici.
Ci si può iscrivere in qualsiasi momento e cominciare a pagare i bollettini all’INPS, però è necessario arrivare a determinati importi; infatti chi versa per almeno 35 anni può garantirsi una pensione mensile anche fino a 1000 euro, ma se non si raggiunge il minimo richiesto i soldi versati andranno persi e non si potranno riscattare in alcun modo.
Chi non si è iscritto alla pensione casalinghe, magari perché ha lavorato saltuariamente, anche se non arriva a versare 20 anni di contributi pieni può accedere alla pensione sociale.
Questa spetta ai soggetti di 67 anni di età, e vale sia per le donne che per gli uomini. Oltre all’età e al non aver accumulato abbastanza contributi, il soggetto deve rispondere ad altri requisiti, ovvero:
- cittadinanza italiana o di altro Paese europeo purché iscritte all’anagrafe del Comune di residenza, o cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo;
- residenza stabile e continuativa in Italia da almeno 10 anni;
- in stato di bisogno comprovato da un reddito inferiore alla soglia stabilita dalle normative vigenti.
Ad oggi, l’assegno sociale ammonta a circa 534 euro al mese per 13 mensilità. La cifra piena viene erogata però solamente se non si ha un reddito familiare superiore a 13.894 euro, oppure se persone non sposate/sole un reddito non superiore a 6.947 euro.
Entrambe le forme previdenziali, dunque, vanno a tutelare anche chi per varie ragioni durante il corso della vita non ha potuto ottemperare agli obblighi previsti dalla Legge per accedere alla pensione di vecchiaia ordinaria.