La legge consente agli inquilini di ottenere una riduzione del costo per l’affitto. In quali casi si applica l’agevolazione?
L’incremento improvviso dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas ha messo in ginocchio moltissime famiglie.
Il disagio maggiore viene avvertito da coloro che non hanno una casa di proprietà e devono pagare ogni mese il canone d’affitto. Cosa succede se si perde improvvisamente il lavoro o se si hanno spese non programmate e si devono affrontare difficoltà economiche? Il rischio è che, a causa di un’improvvisa riduzione dei redditi, non si riesca a saldare le spese dovute.
Un’eventuale ritardo nel pagamento dei canoni di affitto, tuttavia, potrebbe indurre il proprietario a liberarsi dell’inquilino. Ma la legge prevede degli strumenti di tutela a favore dei soggetti in difficoltà. Questi ultimi, infatti, possono ottenere una riduzione del canone di locazione, nelle ipotesi di oggettiva impossibilità, come la perdita del lavoro. La riduzione, inoltre, è consentita nei casi in cui l’immobile presenta dei difetti importanti, che sono stati scoperti soltanto dopo la stipula del contratto di locazione.
Vediamo, dunque, quali sono tutti i casi in cui un inquilino può richiedere la riduzione del canone di affitto.
Nel momento in cui viene sottoscritto un contratto di locazione, sia il proprietario sia l’affittuario accettano le condizioni stabilite dall’accordo e si impegnano a rispettare le norme che disciplinano l’affitto dell’immobile.
Una delle regole cardine alla base di tale rapporto consiste nell’obbligo del versamento di un canone periodico da parte dell’inquilino. La somma deve essere quella prestabilita al momento della stipula e va pagata sempre nella data scelta dalle parti.
Potrebbe, tuttavia, sorgere qualche problema nel tempo e l’affittuario potrebbe trovarsi in difficoltà economica (ad esempio, se perde improvvisamente il lavoro o viene posto in cassa integrazione). Se sopraggiungono tali condizioni di disagio, l’interessato può chiedere una riduzione del canone di locazione.
La legge consente di procedere anche nell’ipotesi in cui l’immobile presenti dei difetti non visibili al momento della sottoscrizione del contratto di locazione.
Il primo passo per ottenere la riduzione del canone è l’invio al proprietario di un’istanza, attraverso raccomandata. Se il proprietario accetta, deve comunicare la sua scelta all’inquilino sempre tramite raccomandata.
È, infatti, necessario che l’accordo vada formalizzato o inserito nel contratto di affitto oppure sottoscritto tramite una scrittura privata (esente dall’imposta di registro e di bollo). È fondamentale inserire il prezzo iniziale del canone di affitto, il nuovo importo stabilito e la data di decorrenza della nuova cifra.
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