Il concorso non è l’unica strada per diventare dipendente pubblico. Ci sono modalità diverse per ottenere l’impiego della vita.
I concorsi pubblici possono spaventare talmente tanto che molte persone rinunciano ad un posto fisso nel settore pubblico perché non si sentono in grado di partecipare alla selezione.
La Costituzione prevede che l’accesso all’impiego pubblico avvenga tramite concorso per rispetto di alcuni requisiti normativi. La natura comparativa della procedura, la natura aperta e trasparente dell’iter, la congruità della procedura alla verifica dei requisiti attestanti la capacità di svolgimento delle mansioni. Inoltre la Giurisprudenza stabilisce che il concorso vale sia per le assunzioni dall’esterno che per l’attribuzione di un inquadramento di livello superiore di dipendenti della PA. Ma perché è così importante riuscire ad ottenere un impiego pubblico?
I benefici sono diversi e riguardano la pensione, l’assicurazione sanitaria, le ferie retribuite, i giorni di malattia pagati, uno stipendio alto, un orario di lavoro regolare. Inoltre il lavoro pubblico offre la possibilità di sviluppo professionale e di richiedere incentivi finanziari. C’è, poi, una maggiore sicurezza sul lavoro. L’unica pecca rispetto al lavoro nel settore privato riguarda proprio la modalità di accesso. Non basta inviare curriculum e affrontare colloqui. Bisogna superare un concorso.
La regola del concorso per accedere al settore pubblico non è assoluta. Esistono, infatti, delle eccezioni alla regola. Il Decreto 165 del 2001 conferma il meccanismo di reclutamento tramite procedure selettive che attestino la professionalità richiesta ma ci sono modalità diverse dal Concorso da considerare. L’avviamento degli iscritti negli elenchi anagrafici per le qualifiche e il profilo che richiede unicamente la scuola dell’obbligo.
Poi c’è la chiamata numerica con assunzioni obbligatorie per PA, aziende ed enti pubblici di specifici soggetti (legge 68/1999) e la chiamata diretta nominativa per le categorie protette. Inoltre le amministrazioni pubbliche possono assumere con contratto di apprendistato i giovani laureati fino al 10% delle capacità assunzionali (20% per le Città Metropolitani, le Province, le Unioni di Comuni e Comuni). Il contratto dovrà avere durata massima di 36 mesi e prevedere l’inquadramento nell’area Funzionari. Terminato il periodo di apprendistato si potrà procedere con l’assunzione a tempo indeterminato.
L’entrata nel settore pubblico senza concorso, poi, può avvenire grazie alle convenzioni con le Università. Vengono selezionati giovani capaci under 24 in base al voto di Laurea, alla regolarità del percorso di studi, a pregresse esperienze professionali. Il fine di queste eccezioni è far entrare i giovani nella Pubblica Amministrazione per un ricambio generazionale ormai necessario.
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