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Non solo pannelli solari, la novità Solight è sorprendente: cos’è e come può ridurre i consumi di elettricità in casa

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Dario Quattro

Solight, come funzionano gli apparecchi e la tecnologia che mira a ridurre i consumi di elettricità: i dettagli da sapere

La tematica legata all’energia green desta sempre una grande attenzione, in virtù della rilevanza della questione, in ottica ambiente e risparmio. Nel corso degli ultimi anni lo sviluppo della tecnologia si è focalizzato, in particolar modo, sull’energia rinnovabile, con tante novità che sono arrivate e tante altre che potrebbero arrivare nel prossimo futuro.

Cos’è e come funziona la tecnologia Solight – cityzen.it

E proprio di novità si parla anche in questo caso, sebbene si tratti di una questione differente, nel dettaglio legata alla startup Solight, che ha progettato un sistema che potrebbe anche rendere meno attrattivo l’investimento sui pannelli solari.

Tale novità sembrerebbe esser già giunta e non interviene sui pannelli solari, bensì è ideata nell’ottica della riduzione consumi di elettricità presso le abitazioni.  La novità mira a far calare il consumo di illuminazione artificiale. Può succedere di sovente infatti di far ricorso alla luce artificiale anche nel corso delle ore diurne, quando la luce non giunge negli edifici. Una pratica che si rende necessaria talvolta, e che comporta tanto un alto consumo d’energia e al contempo non fornisce i benefici per la salute legati all’esposizione della luce del sole.

L’iniziativa della startup ha a che fare con la progettazione e la relazione di sistemi installati sul tetto e sulle facciate degli edifici. Quest’ultimi sono in grado di incanalare la luce dispersa in casa facendo ricorso ad una serie di specchi, e fornendo quindi la luce naturale coi relativi vantaggi, tra cui il risparmio energetico. Si tratta di una soluzione che può risultare preziosa in particolar modo nei grossi edifici. Si pensi ad esempio alle scuole, agli alberghi, alle fabbriche e così via.

Solight, come funzionano la tecnologia e gli strumenti: la questione vitamina D

Il tema dell’energia rinnovabile, e delle tecnologie messe in campo che possono portare ad un risparmio del consumo energetico, è sempre dalla grande rilevanza, in questo caso a proposito degli apparecchi legati alla startup Solight. Ad ora, in commercio sono presi 3 apparecchi, il primo dei quali è Solight Industrial Collector, la cui apertura è di un metro quadro, e che può fornire un flusso medio di trentamila lumen.

Risparmiare e ridurre il consumo di luce artificiale con Solight, cos’è e come funziona – cityzen.it

La soluzione è adatta per grosse aree, potendo illuminare sino a ventri metri di distanza. Spazio poi a Solight Versatile Collector, la cui apertura è di 1/ metro quadrato. Il flusso medio fornito è di settemila lumen, una soluzione adatta ad ambienti con dimensioni fra dodici e quattro metri quadrati. La capacità di illuminazione è sino a cinque metri di distanza. Infine, Solis Mini DIY, apertura di 1/16 metro quadrato. Il flusso medio è di duemila lumen, soluzione adatta all’illuminazione di spazi da quattro o cinque metri quadrati.

Gli apparecchi hanno capacità diverse, ma tutti possono catturare la luce del sole dalle 08.00 alle 16.00, convogliandola poi all’interno. La luce viene filtrata così da rimuovere radiazioni ultraviolette, ed anche il calore viene rimosso. Quindi, la luce convogliata in effetti è fredda, e permette un risparmio sotto l’aspetto della climatizzazione estiva.

Tuttavia, il filtro comporta anche l’eliminazione della vitamina D, molto importante per la salute, e proprio per tale ragione l’azienda sta lavorando sul modo per riuscire a lasciare una piccola quantità di UVB, mantenendo inalterata l’esposizione alla vitamina D. Dal punto di vista del risparmio, Solight spiega che l’impiego di mille prodotti in altrettante stanze consente l’equivalente risparmio di trecento quarantotto mila lampade LED, la cui vita media stimata in cinque anni. Tenendo presente i costi, al momento, dell’elettricità, tale previsione porterebbe in due o tre anni al ritorno dall’investimento.

Dario Quattro

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