I cittadini hanno un dubbio sulla tassazione della pensione integrativa. A quanto ammonta ed è conveniente tanto da garantire un risparmio?
La pensione integrativa è una forma di risparmio aggiuntiva alla pensione erogata dal sistema pubblico. Ad oggi solo un italiano su tre si sta preparando al futuro costruendo un trattamento complementare ma ci sarà sempre più bisogno di un supporto considerando i bassi importi pensionistici.
La previdenza complementare permette di integrare la pensione futura riuscendo a garantire un’entrata maggiore del previsto. A causa del sistema di calcolo contributivo e degli stipendi bassi le previsioni sono di importi dell’assegno pensionistici alquanto insufficienti per garantire una qualità della vita ottimale. I giovani di oggi devono pensare al loro futuro e iniziare a risparmiare da subito o vivranno una vecchiaia povera, altro che meritato riposo.
Il Governo stesso spinge verso l’adesione a fondi pensionistici e a alla previdenza complementare e per favorirne l’adozione prevede un regime tutelato e fiscalmente vantaggioso per le pensioni integrative. Come viene tassata la pensione integrativa? In modo diverso rispetto la pensione erogata dall’INPS o da altri Enti pensionistici.
La previdenza integrativa prevede dei versamenti da parte del lavoratori. Questi versamenti godono di un beneficio fiscale ossia la deducibilità dal reddito fino ad un massimo di 5.164,57 euro in un anno. Di conseguenza si otterrà un risparmio IRPEF importante specialmente per chi ha redditi alti. L’ammontare dell’imposta sui redditi, infatti, diminuisce dato che la deducibilità sottrae parte di imponibile.
Passiamo ora alla pensione aggiuntiva erogata al momento del pensionamento. Anche in questo caso c’è un’agevolazione fiscale da conoscere. La tassazione del montante ossia del capitale rivalutato di cui si tiene conto per calcolare la rendita ha un’aliquota fissa del 15%. Una percentuale decisamente inferiore rispetto alle aliquote ordinarie IRPEF comprese tra il 23 e il 43% in base al reddito. Inoltre si riduce dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione al piano integrativo o Fondo pensione.
Il limite massimo di riduzione è del 6% (35 anni di versamenti complementari), di conseguenza la tassazione andrà da un minimo del 9 ad un massimo del 15%. Grande risparmio, dunque, ma tali regole sono valide per le iscrizioni successive al 1° gennaio 2007. Ci sono novità in vista secondo la Riforma fiscale 2023. Al sistema di tassazione si dovrà applicare il principio di cassa per tassare il risultato netto annuale ottenuto sempre con aliquota agevolata. Si attende un Decreto Legislativo che attui ufficialmente queste nuove direttive.
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