Cosa succede se si paga l’IMU in ritardo? Ovviamente gli interessati dovranno versare delle sanzioni, ma avranno l’opportunità di beneficiare di sconti e agevolazioni.
L’IMU è l’Imposta Municipale Unica il cui acconto va pagato entro il 17 giugno e il saldo entro il 16 dicembre di ciascun anno. In caso di ritardi, si rischia di incorrere in spiacevoli conseguenze, perché si dovrà versare un importo maggiorato.
In particolare, si dovrà non solo pagare la somma corrispondente alla tassa dovuta ma anche una maggiorazione a titolo di interessi e sanzioni. La sanzione ammonta al 30% dell’importo originario. Anche per chi adempie in ritardo, tuttavia, c’è la possibilità di mettersi in regola tramite uno strumento che evitano gravi problemi con il Fisco. Stiamo parlando del cd. ravvedimento operoso.
Si tratta di un istituto che consente di ridurre le sanzioni dovute, a seconda dei giorni di ritardo del pagamento dell’IMU, rispetto alla data di scadenza originaria. Vediamo come funziona e quali sono i vantaggi per i contribuenti morosi.
Ravvedimento operoso: a quanto ammonta lo sconto sulle sanzioni?
A seconda del termine di scadenza del pagamento, esistono le seguenti tipologie di ravvedimento operoso:
- super breve, se si procede entro 14 giorni dalla scadenza stabilita. Si applica una sanzione dello 0,1%, cioè ammontante a 1/10 di quella ordinaria;
- breve, se si adempie entro 30 giorni dalla scadenza e, cioè, dal quindicesimo al trentesimo giorno. La sanzione è pari all’1,5% dell’importo originario dovuto;
- medio, se si adempie entro 90 giorni dalla scadenza per il versamento. La sanzione ammonta all’1,67% della somma originaria;
- lungo, se si superano i 90 giorni di ritardo, ma se il pagamento avviene entro il termine di un anno.
Il pagamento per la regolarizzazione della propria posizione debitoria deve essere comprensivo, inoltre, di una sanzione del 3,75%.
In realtà, di recente, è stata introdotta la possibilità di regolarizzazione anche nel caso in cu il pagamento dell’IMU avvenga dopo un anno dalla scadenza. Si tratta del cd. ravvedimento operoso lunghissimo, che evita il pagamento della sanzione ordinaria del 30%.
Nel dettaglio, se il contribuente adempie nel termine di 2 anni dalla scadenza, la sanzione è ridotta a 1/7 di quella originaria; si tratta, in pratica, di una maggiorazione del 4,29%. Se, invece, si superano i 2 anni, la sanzione è aumentata del 5% della somma dovuta. Nel caso in cui, infine, la regolarizzazione interviene dopo la ricezione del verbale di constatazione, la sanzione è pari al 6%.
Oltre alle sanzioni, ricordiamo che i morosi sono obbligati al pagamento degli interessi di mora, che maturano per ogni giorno di ritardo.