I caregiver possono approfittare di scivoli pensionistici appositi per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro rispettando alcune condizioni.
Parliamo di caregiver per indicare quelle persone che si occupano dell’assistenza di un familiare con handicap. Lo Stato cerca di fornire loro degli aiuti anche sotto forma di pensionamento anticipato.
Lavorare e occuparsi di una persona disabile grave è complicato. Per questo motivo sono stati ideati i permessi di tre giorni al mese, il congedo straordinario, il trasferimento in una sede più vicina alla residenza dell’assistito. Per aiutare i caregiver si è pensato anche a concedere la possibilità di andare in pensione prima rispetto ai 67 anni di età richiesti dalla pensione di vecchiaia.
In particolare le caregiver donne possono approfittare di Opzione Donna con il pensionamento a 61 anni se non si hanno figli, 60 anni con un figlio e 59 anni con due o più figli più 35 anni di contributi. Tutti gli altri lavoratori caregiver possono valutare, poi, di lasciare il lavoro con l’APE Sociale, la misura dedicata non solo ai caregiver ma anche ai disoccupati, agli invalidi dal 74% in su e agli addetti alle mansioni gravose.
L’APE Sociale permette di andare in pensione al compimento dei 63 anni e cinque mesi di età con 30 anni di contributi. Il lavoratore dovrà essere caregiver da almeno sei mesi e assistere un familiare disabile grave. Inoltre la Legge richiede la convivenza tra chi assiste e disabile per poter inoltrare domanda di pensionamento. Ci sono, però, delle eccezioni.
L’INPS ha spiegato come per accedere all’APE Sociale possa bastare la dimora temporanea senza necessità di convivenza anagrafica. Il caregiver, dunque, potrebbe risultare in un diverso nucleo familiare da punto di vista anagrafico ma ricevere comunque la pensione vivendo in una casa con lo stesso numero civico. Una doppia soluzione, dunque, per il lavoratore. Può far risultare la dimora temporanea presso il parente disabile grave assistito per almeno sei mesi e poi fare domanda di pensionamento. Allo stesso, modo, però, anche il caregiver che vive nello stesso palazzo dell’assistito ma in interni diversi può richiedere la pensione anticipata.
L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale ha aggiunto anche che non solo coniuge e parenti di primo grado si possono considerare caregiver ma anche i parenti di secondo grado o affini a determinate condizioni. Si dovrà dimostrare che il disabile non ha coniuge o parenti di primo grado che possano assisterlo a causa dell’età, delle condizioni personali o perché assenti.
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