Il sogno di molti è lavorare ma anche andare in pensione raggiunti i requisiti oppure in anticipo in determinate condizioni.
L’età prevista per andare in pensione al termine dell’attività lavorativa, ossia con la pensione di vecchiaia, è fissata a 67 anni per tutte le categorie ed è confermata fino al 2026.
Oltre al requisito anagrafico si devono aggiungere anche i 20 anni di contributi versati non solo durante l’attività lavorativa ma anche in seguito a: riscatti laurea; accrediti gratuiti del servizio militare; contribuzione figurativa legata all’indennità di disoccupazione NASPI; maternità. Qualora gli anni di contribuzione fossero inferiori è possibile il cumulo contributivo gratuito.
Esiste anche un’altra pensione di vecchiaia che prevede solo 5 anni di contributi purché non siano stati versati prima del 1996 (escludendo i figurativi) ma l’età anagrafica è 71 anni.
In pensione con più contributi se lavori all’estero
Molti lavoratori potrebbero non essere a conoscenza che è possibile maturare i contributi anche lavorando all’estero. Però, è necessario verificare che il Paese scelto abbia firmato con l’Italia una convenzione internazionale in materia di sicurezza sociale.
In pratica, i contributi lavorativi maturati in un Paese dell’Unione Europea o extraeuropeo sono validi anche in Italia e possono essere utilizzati per raggiungere i requisiti per il pensionamento.
La totalizzazione dei contributi prevede almeno 52 settimane contributive in entrambi i Paesi. Quindi, un lavoratore potrebbe decidere di lavorare all’estero verso la fine della sua carriera e beneficiare di regole sul pensionamento meno rigide rispetto a quelle italiane.
L’Albania, ad esempio, è una delle mete scelte per anticipare la pensione perché recentemente ha firmato un accordo bilaterale sulle pensioni con l’Italia. Di conseguenza, i contributi saranno validi in entrambi i Paesi. In questo Paese l’età anagrafica per la pensione è 61 anni e 4 mesi per le donne e 65 anni per gli uomini. Per entrambi sono necessario almeno15 anni di contributi.
Ci sono anche altri Paesi europei ed extraeuropei in cui ci si può trasferire per accumulare i contributi e ottenere vantaggi sul pensionamento:
- Francia: in pensione 62 anni di età, limite che crescerà di 3 mesi ogni anno così da arrivare nel 2030 a 64 anni;
- Svezia: l’età è 61 anni, anche se è previsto un aumento graduale fino a raggiungere i 64 anni di età;
- Bulgaria: l’età è 63 anni e 4 mesi e almeno 37 anni e 4 mesi di contributi, se uomini oppure a 60 anni e 4 mesi e 34 anni e 4 mesi di contributi, se donne. Invece, il pensionamento sarà a 65 anni e 4 mesi con minimo 15 anni di contributi;
- Repubblica Ceca: pensionamento per tutti a 65 anni e con 35 anni di contributi. Tuttavia, le donne con due o più figli andranno in pensione a 64 anni;
- Argentina: l’età è 65 anni per gli uomini e 60 per le donne oppure con 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica;
- Repubblica di San Marino: la pensione di vecchiaia è a 66 anni con 20 anni di contributi.