Per beneficiare dei permessi 104 bisogna rispettare specifiche condizioni. Una proposta di legge potrebbe, però, introdurre delle importanti novità.
Il ruolo del caregiver familiare è fondamentale per assicurare la giusta tutela ai soggetti disabili. È, infatti, la figura che si prende cura, in modo costante e continuativo, delle persone che non sono più in grado di badare a se stessi, a causa di un’infermità fisica o mentale.
Per garantire ai lavoratori la conciliazione tra la vita professionale e gli obblighi di cura e assistenza, la Legge n. 104/1992 prevede il diritto a un congedo biennale, durante il quale i dipendenti caregivers possono lecitamente assentarsi dal lavoro, senza perdere la normale retribuzione.
Di recente, in Parlamento si sta discutendo sull’introduzione di una legge che sostenga ulteriormente i caregivers. Tra le novità più rilevanti, c’è l’abolizione del requisito della convivenza. Cosa significa e quali implicazioni comporterebbe? Scopriamolo.
Uno dei maggiori ostacoli alla fruizione dei permessi e del congedo 104 da parte dei caregivers è il rispetto del presupposto della convivenza. Si tratta di un elemento considerato altamente discriminatorio nei confronti di coloro che assistono un familiare affetto da disabilità grave ma che non convivono con quest’ultimo.
Per questo motivo, l’Associazione CARES ETS, nel corso di un’audizione in Commissione Affari Sociali della Camera tenutasi lo scorso 10 luglio 2024, ha dichiarato che tale requisito va abolito ai fini della valutazione delle condizioni per l’ottenimento dei permessi lavorativi previsti dalla Legge 104. Sarebbe, infatti, opportuno che questi benefici venissero attribuiti sulla base della funzione svolta dal caregiver e sull’impegno di cura previsto dal Piano Assistenziale Individuale o nel Progetto di Vita.
Anche considerare solo il lavoro di cura e assistenza, tuttavia, potrebbe provocare dei problemi, se si pensa che, nel corso del tempo, le necessità della persona disabile potrebbero variare e, dunque, anche le attività svolte dal caregiver potrebbero essere rimodulate a seconda della situazione concreta.
Alla luce di queste perplessità, l’Associazione CARER ETS ha avanzato la proposta di adottare una nuova definizione di caregiver, senza alcun riferimento al requisito della convivenza, ma che ricomprenda le relazioni affettive. Queste ultime, inoltre, non dovranno basarsi solo sull’elemento familiare e parentale, perché tale ruolo potrebbe essere svolto anche da un amico o conoscente.
In conclusione, anche se l’intento è di approvare una legge nazionale unitaria sulla figura del caregiver, al momento la situazione non è di facile risoluzione e i nodi da sciogliere rimangono numerosi. È, però, fondamentale che tale tematica sia stata portata in Parlamento.
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