La peste suina sta preoccupando sempre di più, e anche in Italia la situazione sta diventando preoccupante, con sempre più casi di infezione.
Fino a qualche tempo fa si parlava di prevenzione, per evitare che la peste suina africana potesse passare dai cinghiali selvatici ai maiali degli allevamenti.
Oggi l’allarme è già in atto, e forse a farne le spese non saranno solamente i suini ma anche tutta l’industria alimentare correlata.
Molti ricorderanno senza dubbio l’emergenza “mucca pazza”, che decretò lo stop al consumo di determinati tagli di carne di bovini.
Adesso potrebbe accadere anche per quanto riguarda la carne di maiale e cinghiale, a causa dell’espansione della peste suina africana. Il virus non è nuovo ma fino ad oggi è stato fatto poco per evitare che si diffondesse esponenzialmente.
Negli ultimi 10 anni sono stati colpiti numerosi Paesi europei e oggi è toccato anche all’Italia. I primi casi sono stati segnalati in provincia di Alessandria ma poi anche in Piemonte, in Liguria e infine anche nel Lazio.
Adesso ci si chiede se sia sicuro mangiare carne di maiale, di cinghiale, o anche tutti i sottoprodotti in cui si utilizzano le carni di questi animali. Il virus della peste suina africana di per sé non è pericoloso per l’uomo, ma l’allarme potrebbe stravolgere completamente il settore.
Innanzitutto perché le aziende dovrebbero abbattere numeri molto alti di suini, e poi perché il timore dei consumatori potrebbe far crollare il mercato.
Purtroppo non esiste un vaccino veterinario contro la peste suina, e dunque i rischi sono davvero altissimi. Secondo quanto riportano le autorità sanitarie, i consumatori che vogliono mangiare carni sicure devono adottare alcune precauzioni. Ad esempio acquistare carni provenienti da fonti certificate ed evitare di mangiare carne di cinghiale cacciato nelle zone dove è stato individuato il virus.
Non tanto per la pericolosità, perché l’uomo non rischia neanche mangiando carne infetta, ma perché in questo modo si evita il diffondersi del virus. Infatti le aziende che seguono le rigide indicazioni UE sono tenute ad abbattere o a non mettere in commercio carne di maiale o cinghiale a rischio, e dunque possiamo facilmente immaginare la ricaduta economica di un’ulteriore espansione della peste suina africana.
Non resta che sperare che chi di dovere attui tutte le misure necessarie affinché questa piaga non distrugga il mercato e l’industria che ruota attorno alla carne suina e di cinghiale.
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