Dopo l’sperienza del Covid 19 tutti i Paesi del mondo hanno iniziato a preparare un piano per prevenire altre situazioni del genere. Ecco qual è quello italiano e quali sono i virus sorvegliati
Dopo la pandemia di Covid 19, che ha colto di sorpresa tutto il mondo, causando milioni di vittime e tantissimi contagi ogni giorno, tutti i Paesi, compreso il nostro, hanno iniziato a preparare un piano che possa essere attuato in qualunque situazione pandemica, anche se il virus è ancora oggi sconosciuto. Vediamo, quindi, qual è il Piano pandemico italiano 2024-2028.
La prevenzione come arma contro i virus: ecco il piano Piano pandemico italiano
L’Italia si sta preparando a implementare un nuovo Piano pandemico per il periodo 2024-2028, estendendolo a tutti i patogeni respiratori, non limitandosi al solo Covid. Questo documento, di grande rilevanza considerando gli eventi accaduti tra il 2020 e il 2022, si trova nelle fasi finali di elaborazione e sarà sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni. Al centro di questa strategia c’è l’arma chiave che ha contribuito a gestire l’emergenza Covid-19: la vaccinazione. La stesura del piano, come viene riportato da Adkronos, segue le direttive dell’Oms del 2023, attraverso il documento “Preparedness and Resilience for Emerging Threats Module 1: Planning for respiratory pathogen pandemics Version 1.0”.
Questo nuovo piano rappresenta un’evoluzione rispetto al precedente, incorporando misure concrete e chiare, come il potenziamento dei dipartimenti di prevenzione. Si prevede inoltre l’espansione della rete dei laboratori di microbiologia e virologia, l’intensificazione della ricerca, con particolare enfasi sugli aspetti traslazionali. È evidente l’intenzione di garantire risorse umane sufficienti per i dipartimenti di prevenzione.
La creazione di un piano per la preparazione e la risposta a eventuali pandemie – si afferma nel progetto del documento – costituisce una sfida significativa, dettata dall’incapacità di anticipare quando, da quale fonte e con quale tipo di patogeno respiratorio si verificherà la prossima pandemia. Si sottolinea, inoltre, che la maggior parte delle categorie microbiologiche può evolvere o essere manipolata per presentare un rischio catastrofico per gli esseri umani. Tuttavia, i virus, soprattutto quelli a RNA, sono microrganismi con una maggiore capacità di mutazione genetica, potendo sfuggire più facilmente a farmaci o vaccini, e presentano una maggiore facilità di diffusione e patogenicità. Di conseguenza, i virus a RNA rappresentano la causa più probabile di una pandemia.
Nel piano, si individuano quattro fasi di impatto della malattia in caso di patogeno respiratorio a trasmissione aerea e/o tramite droplets, con esempi di raccomandazioni su interventi non farmacologici per ciascun livello. Nella prima fase, vengono suggerite misure come igiene delle mani, tracciamento dei contatti, mascherine per individui sintomatici, pulizia di superfici, miglioramento della qualità dell’aria indoor, isolamento/quarantena di individui sospetti/malati/con infezione e raccomandazioni sui viaggi. Nella seconda fase (definita “Moderata”), le misure precedenti sono mantenute, aggiungendo l’evitare eventi di massa o affollamenti e il potenziamento del lavoro agile. La terza fase, “Alta”, prevede le stesse misure, oltre a mascherine o Dpi per la popolazione generale e lavoratori, la chiusura di scuole e università e misure per ridurre l’affollamento nei trasporti. Infine, la quarta fase, definita “Straordinaria”, include le stesse misure precedenti con aggiunta della chiusura dei luoghi di lavoro e restrizioni di viaggio.
Ma quali sono 10 virus messi sotto stretta osservazione da parte dell’Oms? L’Organizzazione Mondiale della Sanità tra i virus con il potenziale per scatenare una pandemia e causare diverse vittime ha individuato: la febbre emorragica Crimea-Congo, l’Ebola, la febbre di Lassa, la malattia da virus Nipah, la MERS, la malattia da virus Marburg, la SARS, la febbre della Rift Valley e la Zika. Oltre a questi nove, però, l’Oms ha voluto sottolineare la pericolosità di un altro potenziale virus, chiamato Malattia X, inserendolo come decimo nella lista. Ma di cosa si tratta esattamente? Il termine “malattia X” indica una condizione provocata da un potenziale agente patogeno attualmente non identificato, con l’Oms che afferma che potrebbe causare un numero di decessi 20 volte superiore a quelli del Covid. Inclusa nell’elenco delle malattie prioritarie nel 2018, per fortuna, al momento, questo agente patogeno non è stato ancora identificato, dato che si tratta di mere ipotesi, semplicemente un nome segnaposto per assicurare che gli sforzi di ricerca siano adattabili a un agente sconosciuto che potrebbe portare a gravi conseguenze per la salute in futuro.
Bisogna sottolineare, quindi, che, almeno al momento, non c’è alcuna minaccia concreta sotto questo punto di vista. La malattia X rappresenta, quindi, la consapevolezza di un’epidemia potenziale dovuta a un agente patogeno sconosciuto, con il fine di orientare gli sforzi di ricerca verso categorie di virus anziché ceppi specifici. Alcuni esperti nel 2020 hanno suggerito che il Covid potrebbe essere considerato la prima malattia X. Le prospettive sulla prossima malattia X sono ipotetiche, con alcuni che indicano il virus dell’influenza aviaria come rischioso per la salute umana, mentre altri menzionano il rischio di spillover da animali all’uomo o di batteri resistenti agli antibiotici oggi presenti. L’ipotesi di microorganismi liberati dai ghiacciai, favorita dal riscaldamento globale, è anche fortemente presa in considerazione, poiché la crisi climatica aumenta il rischio di malattie trasmesse da vettori come le zanzare.
Una squadra di specialisti, presieduta dal direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, si confronterà nel corso di questa settimana a Davos, in Svizzera, per sviluppare un piano di difesa contro la “Malattia X”, una condizione derivante da un potenziale agente patogeno attualmente non identificato, inserito tra le malattie di priorità dall’OMS.
All’assemblea del World Economic Forum 2024, il dottor Gehreyesus sarà accompagnato da Michel Demaré, presidente del Consiglio di amministrazione della rinomata azienda farmaceutica AstraZeneca, dal ministro brasiliano della salute Nisia Trindade Lima, dall’amministratore delegato di Royal Philips Roy Jakobs, dalla vicepresidente della catena ospedaliera indiana Apollo Preetha Reddy e da Shyam Bishen, responsabile del Centro per la salute e l’assistenza sanitaria del World Economic Forum. Discuteranno sui “nuovi sforzi indispensabili per preparare i sistemi sanitari alle diverse sfide future” durante una sessione denominata “Preparing for Disease X“.
Gli esperti, comunque, sono tutti d’accordo sulla necessità di non creare inutile e pericoloso allarmismo, ma allo stesso tempo hanno tutti la certezza che, prima o poi, una nuova pandemia tornerà a colpire l’intera umanità, motivo per cui preparare dei Piani pandemici con largo anticipo potrebbe rivelarsi a dir poco fondamentale, dato che, dimostrarsi pronti davanti a virus di questa portata, potrebbe contribuire a salvare milioni di vite ed evitare tutto quello che è successo con la pandemia di Covid 19.