Ci sono casi in cui è concesso registrare una conversazione e altri in cui è considerato un illecito. Facciamo attenzione per evitare onerose sanzioni.
La registrazione di una conversazione di nascosto non è sempre permessa. Ci sono situazione in cui non è legale, scopriamo di più.
Si potrebbe avere la necessità di registrare un dialogo con un’altra persona per svariati motivi. La Legge permette di farlo senza l’autorizzazione dei partecipanti alla conversazione, ma occorre conoscere alcune condizioni da rispettare. La privacy è un argomento delicato da affrontare con molta attenzione.
Ci sono casi in cui una violazione della privacy può portare a un’incriminazione penale o il licenziamento se avviene in ambito lavorativo. Insomma, è bene sapere quando è possibile registrare una conversazione e quando la Cassazione lo vieta. La linea che separa l’azione legittima dal reato è molto sottile. Il rischio di passare dalla parte della ragione a quella del torto è reale e bisogna sapere come agire per evitare conseguenze spiacevoli.
Cosa dice la Legge sulla registrazione delle conversazioni
Secondo la Legge per registrare una persona che parla non occorre avere il suo consenso o informarlo del fatto. Chiunque intrattiene una conversazione, dunque, deve essere consapevole del fatto che l’altro possa registrare il dialogo.
Significa che per tutelare la propria privacy è bene prestare molta attenzione a quanto viene detto. Ci sono, però, delle circostante che rendono la registrazione valida. Occorre che chi registra sia fisicamente presente alla conversazione. Non è possibile allontanarsi lasciando il registratore accesso.
La registrazione, poi, non deve assolutamente essere divulgata ma custodita da chi l’ha effettuata. Chi registra è responsabile se una terza persona la diffonde dopo avergliela ceduta.
La normativa stabilisce anche che la registrazione deve avvenire in luoghi pubblici o aperti al pubblico oppure in un ambiente del soggetto che registra. Non sono ammesse registrazioni che avvengono nella dimora privata di chi viene registrato oppure nel garage o nelle pertinenze dell’abitazione né nello studio di un professionista, in un retrobottega, nell’auto personale.
Nessuna registrazione sul luogo di lavoro a meno che non sia necessaria per tutelare il diritto del dipendente in caso di un abuso del datore di lavoro (mobbing o licenziamento ritorsivo ammettono la registrazione).
Una volta effettuata la registrazione bisogna sapere come utilizzarla. Non si potrà fare ascoltare a terze persone, bisognerà custodirla e l’unico uso ammesso è quello giudiziale. Affinché serva a qualcosa, dunque, occorrerà procedere con una denuncia o querela in un processo.