L’IBAN bancario è un dato privato che però conoscono molte persone: a quali rischi andiamo incontro quando lo diffondiamo
Come tutti sappiamo, l’IBAN è un codice alfanumerico univoco che identifica in maniera precisa e inequivocabile il nostro conto bancario.Oltre all’IBAN un conto possiede un numero identificativo diverso dall’IBAN e infine un codice di sicurezza composto da tre cifre che viene riportato sul retro di ogni carta di debito o di credito associata al conto stesso.
L’insieme di questi codici, oltre al codice pin necessario per eseguire bonifici e prelievi al bancomat, permettono di esercitare un controllo totale sui movimenti in entrata ma soprattutto in uscita sul conto. A differenza di tutti gli altri, l’IBAN è il dato relativo a un conto che circola liberamente poiché è il dato necessario per eseguire un bonifico su un conto corrente. Per questo motivo fornire a qualcuno il nostro IBAN significa dargli la possibilità di versare soldi sul nostro conto.
Quali truffe possiamo subire dando il nostro IBAN a qualcuno?
In linea generale fornire l’IBAN a qualcuno non ci espone a nessun tipo di rischio, dal momento che è l’unico dato relativo a un conto corrente creato proprio per essere diffuso. Questo significa che dobbiamo pestare particolare attenzione agli altri dati piuttosto che all’IBAN.
I dati che dobbiamo assolutamente tenere segreti sono essenzialmente due:
- CODICE PIN della carta associata al nostro conto bancario: può essere utilizzato dai malintenzionati per effettuare prelievi di contanti dagli sportelli bancomat
- CODICE DI SICUREZZA formato da tre cifre e presente sul retro della carta, necessario a finalizzare pagamenti on line.
Per questo motivo è assolutamente necessario non fornire mai questi dati inserendoli su moduli on line che ci vengono inviati per e-mail o a cui si accede cliccando su link che ci arrivano sempre via e-mail da indirizzi sconosciuti o sospetti, cioè molto simili a quelli di aziende ed enti realmente esistenti ma scritti in maniera scorretta o con caratteri strani.
Link e moduli di questo tipo, infatti, nella maggior parte dei casi sono strumenti di phishing, cioè strumenti digitali attraverso cui i truffatori rubano i dati inseriti dagli utenti che credono di compilare dei moduli ufficiali e invece compilano dei moduli falsi, che inviano i dati direttamente ai truffatori. Avendo libero accesso all’insieme di questi dati, i malintenzionati potranno operare liberamente sul conto corrente in questione, arrivando anche a svuotarlo.