Anticipare il pensionamento significa perdere soldi sull’assegno mensile. C’è un modo per capire come evitare pessime conseguenze?
Capiamo il desiderio di lasciare il mondo del lavoro prima della pensione di vecchiaia ma bisogna fare due conti e quantificare gli svantaggi di un’uscita anticipata. Per alcuni lavoratori il taglio dell’assegno sarà notevole.
Accumulare contributi è l’unico modo per andare in pensione e per ricevere un assegno pensionistico di importo sufficiente per vivere dignitosamente. Il sistema previdenziale italiano permette il pensionamento con 5 anni di contributi a 71 anni di età, con 10 o 15 anni di contribuzione ma numeri così bassi si tradurranno in poche centinaia di euro al mese. Per avere un importo dell’assegno soddisfacente bisogna puntare ai 40 e passi anni di contributi. Tutto questo a causa del sistema di calcolo contributivo che determina la pensione proprio a partire dai contributi maturati.
C’è poi anche un’altra variabile molto importante. L’età di uscita dal mondo del lavoro. Al montante contributivo, infatti, si dovrà applicare un coefficiente di trasformazione. Questo è più vantaggioso man mano che l’età anagrafica aumenta. In generale, quindi, scegliere la pensione anticipata significa per vari motivi accettare un taglio più o meno considerevole dell’assegno pensionistico. Ecco perché molti lavoratori ritardano il momento del pensionamento.
In pensione in anticipo oppure a 67 anni?
L’obiettivo per tutti i lavoratori è la pensione di vecchiaia che si raggiunge a 67 anni di età e con 20 anni di contributi. Un traguardo che appare troppo lontano per tanti italiani che vorrebbero anticipare l’uscita pensionistica. Le opzioni ci sono anche se a precise condizioni ma presentano degli svantaggi. Poniamo il caso di Quota 103. Consente di andare in pensione a 62 anni con 41 anni ci contributi accettando, però, il sistema di calcolo contributivo anche se si hanno contributi versati prima del 1996.
La prestazione, dunque, è molto svantaggiosa per chi ha iniziato a lavorati molti anni prima rispetto a questo anno di confine. Si parla di un taglio dal 10 al 30% dell’assegno così come accade per Opzione Donna (il motivo è lo stesso). Meglio restare a lavoro, dunque, accumulare contributi e attendere un altro traguardo come la pensione anticipata ordinaria a 42 anni e dieci mesi. In questo caso il periodo di lavoro più lungo consentirà di avere un assegno più alto soprattutto se calcolata con il sistema misto. La verità, dunque, è che solo rimanendo a lavoro il più possibile e accumulando il maggior numero di contributi si potrà incrementare l’importo della pensione.