I cittadini che subiscono un disservizio relativo alla raccolta dei rifiuti possono ottenere un rimborso della TARI. Come si richiede e quando spetta?
La TARI è la tassa comunale che va pagata per sostenere i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Ma cosa succede se viene meno il servizio che dovrebbe essere garantito? I contribuenti sono autorizzati a non pagare o a presentare richiesta per un rimborso?
Si tratta, purtroppo, di una situazione molto diffusa, che crea notevoli disagi soprattutto nei mesi più caldi, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini. Quali sono le tutele riconosciute a coloro che ricevono un pregiudizio a causa del disservizio?
La vicenda è stata esaminata dalla Corte di Giustizia Tributaria di Roma, che ha sancito il diritto di un cittadino al rimborso della TARI, in seguito alla mancata effettuazione del servizio di raccolta dell’immondizia. Analizziamo la questione nel dettaglio.
La Corte di Giustizia Tributaria di Roma ha emesso una storica sentenza in tema di rimborso della TARI nell’ipotesi di mancato svolgimento del servizio di ritiro e smaltimento dei rifiuti.
Nel dettaglio, alcuni abitanti del quartiere Settebagni di Roma avevano presentato ricorso a causa di ripetuti disservizi, chiedendo il rimborso della tassa sui rifiuti. Con una sentenza del 2020, i giudici hanno stabilito il diritto al rimborso del 20% della TARI, perché quel determinato quartiere era particolarmente provato dalla crisi dovuta alla cattiva gestione dei rifiuti.
In alcuni casi, l’accumulo eccessivo di immondizia aveva provocato la comparsa di ratti, blatte e cinghiali. I cittadini, così, dopo aver segnalato le problematiche all’Amministrazione comunale, hanno deciso adire il giudice.
Dopo il riconoscimento del diritto al rimborso della TARI, tuttavia, Roma Capitale ha deciso di fare ricorso. La Corte di Giustizia Tributaria non solo ha confermato tale diritto, ma ha anche innalzato la percentuale di rimborso all’80%, in virtù della situazione di enorme disagio in cui versava il quartiere Settebagni.
Si tratta di una sentenza di fondamentale importanza, perché ha creato un precedente, che apre la strada alla concessione di rimborsi in altre ipotesi di grave inefficienza da parte degli addetti al servizio di gestione dei rifiuti.
Ma come si chiede il rimborso? Nel caso in cui i motivi alla base della richiesta siano errori nella raccolta, si deve seguire al procedura prevista dal proprio Comune, consultabile sul portale ufficiale dell’Ente o recandosi presso gli sportelli. Per le ipotesi simili a quella di Settebagni, invece, si deve seguire obbligatoriamente l’iter legale, ma può essere utilizzata la sentenza delle Corte di Giustizia Tributaria per ottenere una sentenza favorevole.
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