Utilissimo e prezioso per risparmiare e metter da parte i soldi, ma perché il salvadanaio è a forma di porcellino? Occhio a questi dettagli
Il salvadanaio è un contenitore diffuso e utilizzato da un gran numero di persone per risparmiare e accantonare il denaro, ma sono in tanti a chiedersi la ragione della sua forma, a porcellino, quella più diffusa. In tal senso vi sono varie teorie e aspetti da approfondire che potrebbero chiarire le idee.
Sono diverse le culture che hanno associato alla forma del maiale il salvadanaio, a cominciare dal nome. Basti pensare a “piggy bank“, in inglese, o a “grisebank”, in norvegese, parole cioè che hanno un riferimento esplicito al maialino. Non ci sono ad ogni modo origini dimostrate in merito al legame fra la funzione dello strumento e la forma dell’animale, ma le teorie non mancano.
Come spiega Il Post, in base ad alcune teorie il legame deriverebbe dal simbolo rappresentato dal maiale, ovvero di buon auspicio ad abbondanza. In altri casi invece il tutto si legherebbe al fatto che avere un maiale rappresentava già di per sé un valore, dunque paragonabile all’avere il denaro al sicuro. E ancora, in base ad altre ipotesi, il legame dipenderebbe dal tipo di argilla tramite cui venivano realizzati.
Negli USA ai primi del ‘900, si è diffuso il concetto moderno del salvadanaio, nel momento in cui diventa un prodotto largamente utilizzato, in particolare dai bambini, con lo scopo di insegnar loro l’importanza del risparmio. Tuttavia, la sua utilità e funzione è ben precedente.
Desta dunque attenzione l’origine del salvadanaio e l’associazione tra quest’ultimo e la forma a maiale / porcellino. In varie zone vi è stato il ritrovamento di taluni oggetti che risalgono agli ultimi secoli a.C, con diverse forme ma con la medesima fessura realizzata per l’inserimento delle monete. È il caso del’Asia Minore, con alcuni contenitore dalla forma del tempio greco che risalgono al II secolo a.C. Oppure in Europa, con degli oggetti dalla forma tondeggiante.
Per lo più realizzati in terracotta, dovevano essere rotti per prenderne il contenuto, e ciò rappresentava un deterrente sia per il risparmiatore che per l’eventuale ladro, che si sarebbe fatto notare. Il salvadanaio è stato di un’evoluzione sia per la forma che per il materiale. Si pensi a quelli ritrovati nell’epoca medievale, come gli scrigni di metallo chiusi tramite i lucchetti.
Risalgono al 13° secolo i primi salvadanai con la forma del porcellino, o per meglio dire di cinghiale. Provenienti dall’isola di Giava, risalgono all’impero Majapahit, e si pensa che venissero utilizzati dagli abitanti per la conservazione delle monete in rame. Il cinghiale rappresentava lì la prosperità. L’arrivo nella cultura popolare occidentale poi, è un aspetto poco chiaro con diverse teorie.
Ad esempio una teoria si lega al frate francescano Odorico da Pordenone, uno dei pochi occidentali alla corte di Majapahit, che li avrebbe portati, spiega Il Post. Oppure, un’altra teoria indica che il legame tra lo strumento e la forma abbia a che fare con l’assonanza della lingua inglese. Nel Medioevo, il metallo costava ed era scarso; in Europa si realizzavano piatti e pentole tramite l’argilla arancione, “Pygg”.
La teoria venne menzionata in un limbo noto, Panati’s Extraordinary Origins of Everyday Things, scritto nel 1989 da Charles Panati. Convenzionalmente, i salvadanai realizzati con la “pygg” cominciarono a venir chiamati col nome del materiale. Nel Medioevo, chiarisce Panati, “pygg” veniva pronunciato “pug”, ma via via diventa “pig”, ovvero maiale. Si tratta di un libro dalla gran popolarità, anche se non c’è mai stata la validazione scientifica o storica della teoria poi diffusasi.
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