I lavoratori del settore pubblico sono stanchi di aspettare anni prima di ricevere il TFS. Possono avanzare ricorso all’INPS?
Il Trattamento di Fine Servizio/Rapporto ha tempi di erogazione lunghissimi per i dipendenti pubblici nonostante tale ritardo sia stato giudicato incostituzionale. Cosa si può fare al riguardo?
Il ritardo nei pagamenti del TFS/TFR per i dipendenti pubblici è intollerabile e nemmeno legale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale dopo il ricorso contro la norma che permette il differimento del versamento della liquidità dovuta ai lavoratori statali al termine di un rapporto di lavoro. I giudici costituzionali si sono pronunciati contro tale prassi considerata incostituzionale. I dipendenti del settore pubblico hanno così sperato in un cambiamento con tempi di erogazione ridotti come per i dipendenti privati ma così non è stato.
Nelle casse non ci sono abbastanza soldi per pagare subito i cittadini né per coprire tutti i ritardi accumulati negli anni. Significa che nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che obbliga a pagamenti repentini questi non ci saranno per non far fallire il sistema. Ad oggi continuano a passare anni prima di ricevere il Trattamento di Fine Servizio o Rapporto e nemmeno in un’unica soluzione. Come accelerare i tempi?
Un lettore chiede “Volevo sapere se è il caso di inviare all’INPS una specifica diffida riguardante il TFS per sollecitare ad adempiere al pagamento considerato che è un nostro diritto avere subito la buonuscita“. Per tentare di accelerare le tempistiche si può provare ad avanzare ricorso ma l’esito è dubbio. Tentare non costa nulla e potrebbe servire a ricevere prima i propri soldi.
Il ricorrente deve indicare il provvedimento che considera lesivo del proprio diritto ed esporre la questione (suggeriamo citando la sentenza della Corte Costituzionale). Indicando i motivi a sostegno della propria istanza l’INPS avrà chiara la situazione da risolvere. Il ricorso potrà essere sottoscritto da ricorrente o da un suo rappresentante con mandato.
Si presenta tramite modalità telematiche utilizzando lo SPID o la Carta di Identità Elettronica oppure la Carta Nazionale dei Servizi per accedere alla sezione “Tutti i servizi” e poi “Ricorsi Online” nel sito ufficiale dell’INPS. In alternativa si potrà chiedere l’aiuto di CAF e patronati. Un volta presentato il ricorso questo sarà registrato sui sistemi informatici dell’ente della previdenza sociale ed esaminato per poi essere discusso. Il ricorrente riceverà una comunicazione con la decisione presa e le motivazioni a sostegno della stessa.
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