C’è un particolare sulle cartelle esattoriali che molti contribuenti ignorano. Si può ottenere uno sconto anche senza rottamazione.
Perché pagare più soldi del dovuto? Se c’è un modo per risparmiare denaro è bene conoscerlo soprattutto quando si tratta di cartelle esattoriali. Un vero incubo per gli italiani.
Nel 2023 il Governo ha attivato la Definizione agevolata per consentire ai cittadini di regolarizzare la propria posizione fiscale senza pagare sanzioni e interessi per i ritardi nel pagamento del debito. La rottamazione quater si è rivelata un aiuto concreto per i contribuenti che hanno potuto ridurre notevolmente l’importo da corrispondere. Non sempre, però, ci sono occasioni del genere.
Nel 2024, ad esempio, non c’è alcun rumors di una nuova rottamazione delle carte. Ma non per questo si deve disperare. Per mettersi in regola si può chiedere una rateizzazione del pagamento in modo tale da alleggerire l’onere. Invece che pagare in un’unica soluzione si procederà con una dilazione fino a 120 rate mensili. Poi c’è la possibilità di ottenere uno sconto sulla somma inerente sanzioni e interessi. Si tratta di uno sgravio fiscale concesso trascorsi cinque anni dalla notifica della cartella.
Senza ricorrere a sanatorie, il contribuente può richiedere uno sconto sulla cartella elettorale e, nello specifico, sull’importo di sanzioni e interessi applicati per aver tardato nel pagamento. Lo sgravio, però, non scatta automaticamente ma dovrà essere richiesto dal debitore. Da sottolineare, poi, come la riduzione della cifra viene disposta dopo cinque anni anche se il tributo ha una prescrizione maggiore. IVA e IRPEF, ad esempio, si prescrivono in dieci anni.
Sanzioni e interessi si potranno comunque ridurre dopo cinque a condizione che il contribuente non abbia ricevuto nel frattempo ingiunzioni di pagamento che interrompono i termini di prescrizione e li fanno ripartire da zero. Dal quinto anno dal momento di ricezione della cartella esattoriale, dunque, il debitore può chiedere la prescrizione di sanzioni e interessi e di tutta la cartella se riguarda tributi con prescrizione quinquennale come IMU e TARI.
Per fare domanda di sgravio fiscale bisognerà agire in autotutela oppure chiedendo al Giudice di detrarre le somme prescritte nella cartella decennale. Contemporaneamente non si potrà presentare ricorso perché questo va inoltrato entro 60 giorni dalla notifica della cartella o di una successiva intimazione di pagamento oppure avviso di pignoramento, ipoteca o fermo. Sia con l’autotutela sia ricorrendo al Giudice, comunque, dopo cinque anni si può ottenere la sottrazione di interessi e sanzioni dall’importo da pagare.
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