Molti lavoratori che usufruiscono del congedo 104 decidono di andare in vacanza con il disabile. Cosa rischiano? Ecco come evitare sanzioni.
Andare in vacanza con una persona disabile può essere complicato, perché non sempre le strutture turistiche possiedono tutti i servizi necessari a chi ha difficoltà nella mobilità.
È, infatti necessario che gli hotel e i ristoranti siano privi di barriere architettoniche e che, dunque, abbiano un accesso senza gradini, porte automatiche, tavoli idonei alle sedie a rotelle, ascensori, bagni accessibili e parcheggi.
Discorso simile per i mezzi di trasporto. Ad esempio, Trenitalia ha un servizio di assistenza mirata, comprensivo di accoglienza in stazione, accompagnamento sul treno e di carrello elevatore per bagagli e carrozzine.
Per i viaggi in aero e l’imbarco e lo sbarco sulle navi, invece, è prevista l’assistenza gratuita ai disabili. Chi viaggia in auto, deve essere munito di un veicolo adatto al trasporto degli invalidi, eventualmente munito di un ampio portabagagli e di una rampa o un sollevatore per l’ingresso.
A queste preoccupazioni se ne aggiunge una altrettanto importante: l’accompagnatore del disabile che usufruire del congedo 104 può recarsi in vacanza durante la fruizione di tale agevolazione lavorativa? Vediamo cosa stabilisce la normativa di riferimento.
Il congedo 104 è un periodo della durata massima di due anni durante il quale un lavoratore dipendente può assentarsi dal lavoro, continuando a percepire l’ordinaria retribuzione, per prestare assistenza a un familiare affetto da disabilità grave.
Durante la fruizione del beneficio, bisogna prestare massima attenzione alle attività consentite e a quelle vietate, per evitare spiacevoli conseguenze. Il lavoratore, infatti, non può utilizzare il congedo per finalità personali ma esclusivamente per assistere il familiare.
Andare in vacanza rientra tra quello che si può fare oppure no? Il pericolo è che la vacanza diventi un’occasione per abbandonare il disabile per divertirsi. Si tratterebbe, senz’altro, di un comportamento scorretto e potrebbe integrare un’ipotesi di truffa aggravata, perché il congedo viene pagato dall’INPS.
L’unico caso in cui si può utilizzare il congedo 104 per andare in vacanza è per accompagnare il disabile, per motivi di salute o per una villeggiatura consigliata dal medico. Solo in questo modo non verrebbe meno il requisito dell’assistenza continuativa ed effettiva.
Per esempio, se al soggetto che ha bisogno di assistenza vengono prescritte delle cure termali o una permanenza al mare o in montagna, il caregiver potrà accompagnarlo anche se sta usufruendo del congedo 104. Lo stesso discorso vale se si porta il disabile in spiaggia o si organizzano delle attività ludiche all’aperto, a condizione che la cura venga sempre assicurata.
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