La busta paga degli italiani è sempre più “misera” ma per fortuna ogni tanto arriva qualche bonus extra che risolleva il morale.
Siamo in prossimità del 25 aprile, la festività nazionale che celebra la liberazione dell’Italia dal nazifascismo nel 1943.
Studenti e alcune categorie di lavoratori potranno sfruttare il “ponte” e concedersi qualche giorno di vacanza, ma c’è anche un’ampia platea di cittadini che rimarrà al lavoro.
Come tutti sanno, l’anniversario della Liberazione d’Italia è un giorno festivo e dunque in alcuni casi è retribuito in misura maggiorata.
Tutti coloro che non si prenderanno le “ferie”, dunque, troveranno nella busta paga di maggio l’extra dovuto per aver lavorato durante la festività.
La maggiorazione però non è uguale per tutti, e la cifra finale può variare anche in base agli accordi tra azienda e lavoratore, nonché a seconda del tipo di contratto applicato.
Di contro, se durante la giornata del 25 aprile il dipendente non lavora, potrà ottenere una variazione diversa sempre in base al tipo di retribuzione, che può essere a paga fissa oppure in base alle ore lavorate. Come possiamo immaginare, per i lavoratori che hanno la paga fissa non sono previsti compensi aggiuntivi, anche se esistono delle eccezioni.
Chi lavora e viene pagato ad ore, avrà diritto al compenso per la festività del 25 aprile, calcolato moltiplicando la retribuzione oraria per le ore effettivamente lavorate e quelle di assenza retribuite.
In ogni caso grazie a questa festività la busta paga di maggio sarà un po’ più ricca, anche se naturalmente si tratta di cifre abbastanza “irrisorie”. Il problema degli stipendi sta diventando sempre più urgente ma sembra che la politica abbia orecchie per ben altre esigenze, come ad esempio inviare pacchetti di aiuti all’Ucraina o inserire nel PNNR provvedimenti che ben poco c’entrano con la resilienza e la ripresa del Paese, vedasi l’inserimento degli esponenti della Pro Vita nei consultori.
Gli italiani devono ancora quindi anelare a qualche bonus elargito qua e là, sapendo di non poter contare su interventi strutturali, necessari ormai da decenni ma ancora “fantasma”.
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