Tagli alle pensioni già dal 2025, il Governo ha deciso, ecco perché conviene anticipare l’uscita dal lavoro
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Stefania Guerra
7 mesi ago
Non ci sono buone notizie per chi aspetta di andare in quiescenza: il Governo ha deciso cospicui tagli alle pensioni per il 2025-2026.
Dopo alcuni lievi rialzi degli assegni pensionistici avvenuti nel 2023 e 2024, adesso arriva un cambio di rotta e chi andrà in pensione nei prossimi anni si ritroverà con un importo nettamente inferiore.
È ciò che emerge dai programmi che pare voglia attuare il Governo, con la giustificazione che siccome è aumentata l’aspettativa di vita gli assegni saranno erogati più a lungo e quindi bisogna abbassarli.
Ti merita andare in pensione finché puoi, perché dall’anno prossimo ci saranno tagli consistenti
Ad oggi, per determinare il trattamento pensionistico si utilizza il metodo contributivo, che va a calcolare il monte cumulato dal lavoratore nel corso degli anni.
Poi i contributi vengono rivalutati in base all’inflazione del momento e si arriva a determinare l’importo spettante tramite l’applicazione di coefficienti, che variano anche in base all’età del lavoratore. In sintesi, oggi converrebbe restare al lavoro qualche anno in più, in modo da andare in pensione con un assegno congruo.
Ma di fatto ciò che sta per attuare il Governo potrebbe costringere i lavoratori a “fuggire” in tempo, prima che il loro assegno pensionistico si riduca all’osso.
Questo perché l’idea è quella di intervenire sui coefficienti, già a partire dal 2025. La motivazione, come accennato poco sopra, risiederebbe nel fatto che si presume un’aspettativa di vita più alta e quindi un’erogazione più a lungo termine degli assegni pensionistici.
La scelta sarebbe propedeutica a garantire la stabilità della “macchina pensione”, che sta già mostrando ampi segni di sofferenza.
Di qui al fallimento completo sembra manchi davvero poco e non è un mistero che INPS abbia già fatto intendere che le pensioni saranno garantite al massimo per altri 10 anni.
Da quando è entrata in vigore la riforma Fornero, infatti, i coefficienti di trasformazione non hanno subito grandi cambiamenti, a parte durante la pandemia da Covid. In quell’occasione, l’aspettativa di vita è scesa di qualche mese, motivo per cui c’è stato un rialzo di detti coefficienti. Finita l’emergenza sanitaria, però, i cittadini sono tornati “miracolosamente” più sani, e l’aspettativa di vita è aumentata.
Secondo le stime, nel 2023 l’aspettativa di vita era pari a 83,10 anni, cioè 6 mesi in più rispetto all’era pandemica;
anche l’aspettativa di vita dopo i 65 anni è aumentata a 10,6 anni rispetto ai 10 anni del 2022.
Ecco che il Governo ha fatto bene i conti e sta preparando i tagli. Chi è vicino alla pensione forse farebbe meglio a non aspettare ancora, perché i coefficienti di trasformazione rimarranno “convenienti” solamente per questo 2024.
Stefania Guerra
Appassionata di lettura e di scrittura creativa, autrice di un racconto e di un romanzo, opero nel copywriting e nel digital marketing dal 2018; collaboro con diversi siti di informazione e per una testata giornalistica.