I lavoratori prossimi alla pensione devono conoscere i tagli all’assegno pensionistico che potrebbero subire. In pochi si salvano dalle riduzioni.
Contributi ed età, due elementi chiavi per definire l’importo dell’assegno pensionistico. Sapete che per pochi mesi c’è il rischio di una decurtazione maggiore in relazione a diversi scivoli?
La valutazione del momento perfetto per lasciare il mondo del lavoro deve essere effettuata con molta attenzione. Ci sono piccoli dettagli che potrebbero convincere a rimanere anche solo pochi mesi in più a lavoro per poter ricevere un importo più sostanzioso sull’assegno. Ognuno dovrà trarre le proprie personali considerazioni per poi decidere come agire ma per valutare bisogna avere gli strumenti giusti per farlo.
Una panoramica sui tagli pensionistici
Sanitari, dipendenti degli Enti Locali, insegnanti delle scuole primarie, ufficiali giudiziari sanno che per avere un assegno pieno devono aspettare i 65 anni per il pensionamento. I medici e gli infermieri sanno che sono soggetti ad una parziale graduazione del taglio dell’assegno in base al posticipo rispetto alla prima data utile di pensionamento? Con 42 anni e dieci mesi di contributi e 62 anni e 1 mese di lavoro (inclusi i tre mesi di finestra di decorrenza) avendo iniziato a lavorare a 19 la decurtazione si riduce di un terzo a 63 anni e un mese, due terzi a 64 anni e un mese.
In pochi possono vantare contribuzioni continuative per tutta la loro carriera senza interruzioni dal 21esimo anno, per tutti gli altri la graduazione è svantaggiosa. Bisogna tener conto, infatti, che la decurtazione per chi non è vicino al pensionamento sarà superiore all’ammontare della liquidazione nei prossimi anni. Le categorie citate – sanitari, dipendenti di Enti Locali, insegnanti delle primarie, ufficiali giudiziari – dovranno anche accettare una finestra di decorrenza più lunga per accedere alla pensione di anzianità.
I tre mesi del 2024 diventeranno 4 mesi nel 2025, 5 mesi dal 2026, 7 mesi dal 2027 e 9 mesi dal 2028. Significa avere sei mesi di lavoro in più. La scelta di allungare la finestra mobile è legata ad un mancato innalzamento dell’aspettativa di vita. Si cerca, cioè, di ritardare l’uscita dal mondo del lavoro. I tagli non sono previsti per chi ha maturato i requisiti nel 2023 mentre per chi li raggiungerà nel 2024 si prevedono tagli della parte retributiva lasciando il lavoro prima dei 65 anni. Tagli che aumentano nel tempo e che risultano maggiori per le donne. E per il futuro cosa si prevede? Pensioni più basse a causa del sistema contributivo che verranno tagliate ancora di più scegliendo una forma di pensionamento anticipata.