Tamberi ospite a Belve: “Preferisco il basket al salto in alto”

L’intervista è stata un viaggio nell’anima di un atleta che ha vissuto alti e bassi, esplorando le sue passioni, i rapporti familiari e le sfide che ha dovuto affrontare 

Martedì 26 novembre, Gianmarco Tamberi, il noto campione olimpico di salto in alto, ha fatto il suo ingresso nello studio del programma “Belve”, condotto da Francesca Fagnani. La sua presenza ha catturato l’attenzione del pubblico non solo per i suoi trionfi atletici, ma anche per le tematiche profonde e personali che ha affrontato durante l’intervista. Un viaggio nell’anima di un atleta che ha vissuto alti e bassi, esplorando le sue passioni, i rapporti familiari e le sfide che ha dovuto affrontare nella sua carriera.

Il rapporto complesso con il padre

L’intervista è iniziata con un tema delicato: il complesso rapporto tra Tamberi e suo padre. A riguardo, l’atleta ha descritto il loro legame come “orrendo”, definendo la mancanza di un rapporto con lui come “il fallimento più grande della mia vita“. È un’affermazione forte, che mette in luce quanto il supporto genitoriale possa influenzare la vita di un giovane atleta. “Mi sono sentito tradito dalla figura genitoriale”, ha confessato Tamberi, esprimendo il suo dolore per le scelte imposte da un padre che, secondo lui, non avrebbe dovuto obbligarlo a seguire un determinato percorso.

Le sfide e i momenti difficili

La Fagnani ha interrogato Tamberi sulle sfide specifiche che ha affrontato, chiedendogli di identificare il punto più basso della loro relazione. Con una sincerità disarmante, l’atleta ha risposto che ci sono stati molti momenti difficili, che hanno portato a un deterioramento della loro connessione. “Diventa complicato metterci delle pezze”, ha aggiunto, evidenziando come sia difficile ricostruire un legame quando le fondamenta sono state compromesse.

Riflessioni sul futuro e le Olimpiadi

Ma l’intervista non si è limitata a esplorare il passato: Tamberi ha anche parlato del suo futuro e delle sue aspirazioni. “Ci penso ogni giorno”, ha dichiarato, dimostrando un certo grado di introspezione e consapevolezza riguardo al suo percorso di vita. In attesa delle prossime Olimpiadi a Parigi, ha rivelato di aver dovuto affrontare delle sfide fisiche e psicologiche significative. “Ero a Parigi, sicuramente tra i favoriti. Mi sentivo forte”, ha spiegato, ma il dolore causato da forti coliche lo ha privato della gioia di competere al massimo delle sue capacità. “È stato il momento più brutto, sia come dolore fisico che mentale”, ha confessato, rendendo chiaro quanto possa essere difficile per un atleta affrontare le avversità.

La passione per il basket

Un momento sorprendente dell’intervista è stato quando Tamberi ha rivelato una preferenza inaspettata: ama il basket più del salto in alto. “Ho giocato a basket fino a 17 anni”, ha raccontato, rivelando un lato meno conosciuto della sua vita. “Se avessi giocato ancora a basket sarei stato meno orgoglioso, ma più felice. Fare quello che ami fa la differenza”. Questa dichiarazione ha aggiunto un ulteriore strato alla sua personalità, mostrando che, nonostante i suoi successi nel salto in alto, il basket rimane una passione che non ha mai abbandonato del tutto. “Non è così bello saltare un’asticella. Mi piace tuttora molto di più il basket”, ha affermato, dimostrando che il suo cuore batte per uno sport che ha dovuto mettere da parte per perseguire il sogno olimpico.

Relazioni personali e supporto sociale

L’intervista ha anche toccato il tema delle relazioni personali di Tamberi, inclusa la sua lunga storia d’amore e il suo rapporto con gli amici. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per un atleta, poiché il supporto sociale gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della motivazione e del benessere psicologico. Tamberi ha condiviso aneddoti e momenti significativi, mettendo in luce come le relazioni siano state una fonte di forza e ispirazione durante i periodi difficili.