L’epidemia del vaiolo delle scimmie non si arresta e fa tremare anche l’Europa, con un caso di variante molto letale in Svezia.
Dopo l’allarme lanciato un paio di anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, torna la paura per il vaiolo delle scimmie (detto anche Mpox). Si tratta di una malattia che, dal 2022, affligge ben 16 Stati africani, con un totale di 38.465 casi registrati e di 1.456 decessi. Nel 2024, purtroppo, si è avuto un incremento del 160% dei contagi rispetto all’anno precedente.
Una persona svedese ha contratto il sottotipo clade 1 del virus del vaiolo delle scimmie; si tratta del primo caso fuori dall’Africa. La comunicazione è giunta dall’Agenzia Svedese per la Sanità Pubblica, che ha specificato come il contagio sia avvenuto durante un soggiorno africano, in un luogo in cui il virus è molto diffuso.
Questa variante, purtroppo, è particolarmente contagiosa e letale e, per questo, l’OMS pensa alla predisposizione di un attento piano di prevenzione. Quali sono le informazioni che si conoscono sulla nuova variante e che rischi comporta?
La nuova variante clade I del virus del vaiolo delle scimmie comporterebbe una sintomatologia differente rispetto alla precedente, conosciuta come clade IIb. Il Direttore Regionale per l’Europa dell’OMS, Hans Kluge, ha sollecitato gli Stati europei a incrementare le misure di sicurezza e a studiare a un piano di vaccini.
Secondo gli esperti, i soggetti più a rischio sarebbero gli immunocompromessi, quelli con esperienze pregresse di eczema, i bambini minori di 8 anni e i fragili. Il virus non si diffonde soltanto tramite il contatto sessuale, ma anche con il contatto cutaneo, aereo (come il Covid-19) oppure da superfici e oggetti contaminati (ad esempio, le lenzuola, i vestiti e i beni usati da un soggetto infetto).
Il contagio, inoltre, può esserci anche prima della comparsa dei sintomi (che possono manifestarsi dai 7 ai 17 giorni dopo l’infezione). Quali sono i sintomi più comuni? Oltre alle eruzioni e alle lesioni cutanee prevalenti su arti e viso e il gonfiore dei linfonodi, i pazienti vengono colpiti da febbre, mialgie, mal di schiena, debolezza e mal di testa. Nei casi più gravi, i sintomi possono sfociare in broncopolmonite ed encefalite.
Intanto, l’azienda farmaceutica danese Bavarian Nordic ha annunciato che potrebbe produrre fino a 10 milioni di dosi di vaccino (approvato dal 2019), entro il prossimo anno, visto l’aumento sconsiderato di casi in Africa. Al momento, in laboratorio ci sono circa 500 mila dosi disponibili e, nei giorni scorsi, l’Agenzia Sanitaria dell’Unione Africana “Africa CDC” ha reso noto che più di 200 mila dosi sono state trasportate in Africa.
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