I dipendenti pubblici vogliono il TFS in tempi brevi. I sindacati lanciano una petizione per porre fine al differimento incostituzionale.
C’è una differenza sostanziale nei tempi di pagamento del Trattamento di Fine Rapporto dedicato ai dipendenti privati e del Trattamento di Fine Servizio previsto per gli statali. I dipendenti pubblici spesso sono costretti ad attendere anche fino a cinque o sette anni, un’attesa improponibile.
I lavoratori dipendenti hanno diritto al TFR/TFS nel momento in cui termina il rapporto di lavoro. Si tratta di una somma di denaro accumulata durante la carriera lavorativa che viene erogata sia che la cessazione del contratto avvenga per licenziamento, dimissioni, pensionamento, cambio dell’azienda. Sono soldi del lavoratore, un diritto lo ribadiamo, ma intorno al Trattamento possono sorgere diversi problemi. Innanzitutto volendo chiedere parte della somma in anticipo occorrerebbe chiedere un prestito alla banca e pagare gli interessi (fino al 4%) su quelli che sono i propri soldi.
Significa, così, decurtare la somma spettante. Un’altra problematica riguarda i tempi di pagamento. Da pochi mesi a un anno al massimo per i dipendenti privati mentre l’attesa per gli statali può arrivare fino a cinque o sette anni. Un differimento legato ad un’esigenza del passato che non è mai stato eliminato nonostante la Cassazione l’abbia definito incostituzionale.
Lanciata la petizione contro il differimento del pagamento del TFS
Doppia beffa per i lavoratori dipendenti pubblici. Lunghi tempi di attesa per l’erogazione del TFS/TFR e pagamento a rate per importi superiori a 50 mila euro. La Corte Costituzionale con la sentenza 130/2023 ha stabilito come il Trattamento debba essere corrisposto subito dopo la conclusione del rapporto lavorativo e ha imposto un adeguamento a tale direttiva.
Adeguamento che fino ad oggi non c’è stato perché mancano le risorse per l’applicazione della sentenza. Gli statali continuano ad attendere tempi infiniti rimanendo anni senza liquidità. Ecco perché CGIL, UIL, CGS, CSE, COSMED, CIDA e CODIRP hanno deciso di lanciare una petizione intitolata “No al sequestro della liquidazione dei dipendenti pubblici (TFR-TFS)!”. Con questa petizione si chiede al Governo di cancellare il prima possibile il differimento del Trattamento e porre fine alla discriminazione che coinvolge i dipendenti pubblici da più di dieci anni.
I sindacati considerano intollerabile il sequestro della liquidazione, dei soldi appartenenti di diritto ai lavoratori. Lavoratori che vengono lasciati senza una liquidità che sarebbe molto utile per far fronte all’elevata inflazione e al costo della vita. La richiesta, dunque, è di equità e rispetto per chi ha dedicato la vita al servizio dello Stato.