Novità importanti per il pagamento del TFS, con delle modifiche che sono già attuative da gennaio 2024 ed altre in cantiere.
Negli ultimi anni una questione comune a quanti uscivano dal mondo del lavoro per pensionamento sono stati i ritardi nel pagamento del TFS. Con i nuovi tassi di interesse si offre una stretta proprio su questa possibile flessibilità, per rendere possibile per quanti devono ottenere una cifra consistente non attendere più tempi lunghi.
I nuovi tassi di interesse previsti vengono applicati a gennaio 2024, quindi saranno conseguenti i pagamenti con i nuovi conteggi. Due anni di crescita lasciano il posto a un assetto forse non previsto con un taglio del 50%.
TFS in ritardo: scattano i tassi di interesse
I tassi si abbassano in maniera importante, dal 5% attuato per il 2023 si arriva al 2.5% del 2024, come annunciato dall’INPS in una nota che, attuando il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, rende attuativa la procedura. In realtà in passato erano ben più bassi, guardando come sono variati nel corso del tempo.
Guardando alla questione contributiva, si abbassano le sanzioni, per quanto riguarda le pensioni invece c’è un interesse legale del 2.5%. Per quanto concerne il TFS però non è solo questa la novità sostanziale che porta ad un cambiamento importante, bisogna valutare la decisione di insieme per poter stabilire come procedere.
Al momento i dipendenti accedono alla loro liquidazione in maniera dilazionata, possono passare fino a 5 anni prima di procedere effettivamente, cosa che nel tempo ha creato non pochi problemi e polemiche. Talvolta ci sono ritardi importanti e i lavoratori rischiano di arrivare alla loro quota dopo molto tempo. per questo si è scelto di procedere verso una legge che possa porre un freno a questa dilazione. La prima rata del TFS, come da proposta di legge, dovrebbe essere pagata entro 3 mesi dal pensionamento. Questo vuol dire andare a ridurre pesantemente le attese anche fino a 12 mesi. La prima rata del TFS è limitata a 50 mila euro, ovviamente le soglie più alte richiedono anche condizioni differenti, la nuova proposta porta la prima soglia a 63 mila euro, quindi adeguando la stessa in base all’inflazione.
I tassi di interesse applicati sono una “sanzione” che viene maturata laddove non vengano rispettate le tempistiche concordate. In realtà la proposta di legge sui tempi è molto più interessante e ha oggi più che mai valore a fronte di questo passaggio che dal 5% passa al 2.5% quindi, sostanzialmente, con una riduzione del 50%.