Francesco Totti e Ilary Blasi non sono più una coppia, questo si sa. Il finale, però, è stato ed è ancora parecchio burrascoso. Il Pupone, però, ha provato a mandare segnali distensivi alla ex moglie.
Quando finisce un amore, spesso, si fa rumore. Alcuni finali, infatti, sono più turbolenti di altri. È il caso, per esempio, della fine della relazione tra Ilary Blasi e Francesco Totti. Una coppia storica che ha deciso di separarsi e non lo sta facendo in maniera tranquilla. Tra l’ex calciatore e la conduttrice Tv, infatti, ci sono state e ci sono ancora parecchie incomprensioni, sfociate in uno scontro legale che ancora deve risolversi. Il Pupone, però, ha deciso di mandare dei segnali di distensione. Lo ha fatto in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, in cui ha parlato della sua ex moglie, ma anche dei momenti difficili vissuti dopo il ritiro dal calcio giocato. Un’intervista a cuore aperto che racconta molto del Totti di oggi.
È stato Walter Veltroni, autore dell’intervista, a convincere Totti a parlare della sua relazione terminata da poco. “Eravate una coppia molto bella”, gli ha detto, trovando la pronta risposta del Capitano: “Noi due abbiamo passato venti anni insieme, con tanti momenti molto belli. Ora vorrei solo che trovassimo un equilibrio tra noi capace di proteggere i ragazzi che sono la più grande ragione, per ambedue, di amore. So che non è facile, ma quello che c’è stato tra noi, per tanti anni, è stato importante. Se troviamo questo equilibrio noi due, i ragazzi staranno bene e si sentiranno protetti”.
Parole dirette, che aprono le porte a un possibile confronto tra i due. L’obiettivo è evitare che siano i giudici a dover decidere chi ha ragione e chi no. Un modo per non togliere valore a una storia così lunga e dalla quale sono nati tre figli.
Come detto, nell’intervista il Capitano non ha parlato soltanto di Ilary, ma anche di due momenti difficili da lui vissuti in questi anni. In primis, la morte del padre, avvenuta tre anni fa. “Era il mio punto di riferimento, era il fulcro della mia vita. Mi mancano il suo sorriso, lo sguardo, la sicurezza che era capace di darmi – ha detto –Anche oggi, se lo vedessi solo dieci secondi al giorno, mi basterebbe per stare meglio. Pure se non ci dicevamo una parola, ci capivamo. Lui parlava poco. Io peggio di lui. Ma quei silenzi erano pieni. Lui veniva la mattina a Trigoria, portava cornetti, pizza per tutti. Magari non ci incontravamo, ma sapere che c’era mi dava serenità“.
La stessa serenità che Totti trovava anche nel calcio, nei suoi riti e nelle sue abitudini, che hanno segnato gran parte della sua vita. Smettere ha portato in dote una fase di assestamento, caratterizzata da un senso di disorientamento e da una sensazione di vuoto: “Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Cavolate? No, erano la mia vita. Mi manca il bar e il caffè con i compagni di squadra, il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio“.
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