È stato modificata la modalità di calcolo della pensione anticipata con Quota 103 e si può scoprire l’ammontare della prestazione. Ecco come.
Dal 2024 il sistema di calcolo per la pensione con Quota 103 è diventato interamente contributivo.
Questo significa che, per coloro che raggiungono i requisiti a partire dal 1° gennaio, non trova più applicazione il metodo retributivo (che assicurava un importo più elevato).
Per i soggetti che, invece, hanno maturato i 62 anni di età e i 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2023 è ancora in vigore il sistema misto, in virtù del principio della cd. cristallizzazione del diritto. Ma a quanto ammonta la penalizzazione con il calcolo contributivo puro e in che modo è possibile scoprire in anticipo la cifra spettante e valutare la convenienza dello strumento? Vi mostriamo un utile trucchetto.
La Legge di Bilancio 2024 ha prorogato per un ulteriore anno lo strumento di pensionamento anticipato di Quota 103, ma ha previsto delle importanti modifiche.
In pratica, chi matura il requisito anagrafico dei 62 anni e quello contributivo dei 41 anni nei prossimi mesi, subirà il ricalcolo contributivo anche degli anni di lavoro svolti prima del 1996 (che di norma ricadrebbero, invece, nel sistema retributivo).
L’ammontare dell’assegno pensionistico sarà, dunque, inferiore perché verrà applicata un’aliquota minore sui contributi accreditati entro il 1995, con una perdita che può arrivare fino a un terzo della cifra.
Ipotizziamo che Tizio abbia un montante contributivo rivalutato di 300 mila euro a 62 anni. Per scoprire in anticipo l’importo della pensione, basta applicare il coefficiente di trasformazione che, in tale caso, è pari al 4,882%. L’assegno spettante, quindi, sarà di circa 14.650 euro all’anno, cioè 1.126 euro al mese.
Quanto avrebbe guadagnato, invece, con il calcolo retributivo? In linea di massima, la quota retributiva della pensione di un lavoratore che, nel 2024, raggiunge 41 anni di contributi ammonterebbe a 12 anni, cioè a circa un terzo del montante contributivo.
Su questa percentuale, si applica il metodo della riserva matematica che, secondo le stime, porta a una differenza fino al 17% sull’importo della pensione finale. I contribuenti che si trovano in tale situazione, dunque, devono attentamente valutare la propria posizione ed, eventualmente, attendere un altro anno per smettere di lavorare con un altro strumento: la pensione anticipata ordinaria (accessibile con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica).
Quest’ultima misura è più favorevole, perché l’assegno è determinato con metodo misto.
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