Si sa che durante l’assenza per malattia si possono attivare le visite fiscale, ma arrivano alcune novità e regole e si rischia di più.
La normativa attuale prevede che in caso il lavoratore malato non si faccia trovare alla visita fiscale rischi conseguenze di vario tipo e gravità.
Recentemente sono cambiate le fasce orarie di reperibilità, ed è bene sapere quali rischi di natura disciplinare e/o retributiva si corrono durante l’assenza dovuta a malattia.
Attenzione alle visite fiscali, se non ti trovano in casa possono anche licenziarti, e non solo
Di recente, le cosiddette “fasce di reperibilità”, cioè gli orari in cui il dipendente assente per malattia deve restare a casa per eventualmente ricevere la visita fiscale, hanno subito una modifica.
Infatti fino ad oggi detti orari erano diversi a seconda se il lavoratore era nel pubblico o nel privato; oggi invece gli orari di reperibilità sono uguali per tutti, e il lavoratore in caso di eventuale visita fiscale deve farsi trovare a casa nei seguenti orari:
- la mattina dalle 10:00 alle 12:00;
- il pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00.
Ma cosa succede se arriva il medico dell’INPS e il lavoratore non c’è? In questo caso la procedura prevede che il medico rilasci un avviso in cui intima al lavoratore assente di presentarsi il giorno successivo a una visita ambulatoriale. Poi il medico INPS avvisa il datore di lavoro dell’assenza riscontrata.
Il lavoratore dovrà produrre una giustificazione per la sua assenza, ma anche tramite un certificato medico non è detto che eviti le conseguenze. Infatti la normativa vigente ne prevede diverse per il lavoratore che non si fa trovare a casa.
- alla prima assenza il dipendente perde tutto il sostegno economico per i primi 10 giorni di malattia;
- alla seconda visita mancata, si applica una riduzione del 50% del trattamento economico per il tempo restante di malattia;
- alla terza visita mancata l’indennità INPS viene sospesa per tutto il periodo residuo di malattia.
Naturalmente esistono dei casi eccezionali di forza maggiore che possono assolvere dall’obbligo di presenza, ma parliamo ovviamente di eventi gravi, come un ricovero in ospedale o motivi familiari inderogabili.
Il lavoratore, poi, che ripetutamente non si fa trovare a casa durante le visite fiscali va incontro anche al licenziamento, e una recente sentenza della Cassazione ha confermato la legittimità di tale provvedimento. Ecco che in questo modo si va a garantire i diritti del datore di lavoro e si impedisce ai “furbetti” di effettuare assenze ingiustificate pagate.