Il coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità o a quella indiretta e può incrementare le prestazioni già percepite. A quanto ammontano gli aumenti?
In caso di decesso del coniuge titolare di pensione, i familiari superstiti percepiscono la cd. pensione di reversibilità. Se il coniuge superstite è già percettore di un trattamento previdenziale, quest’ultimo può incrementarsi proprio per effetto dell’assegno di reversibilità.
Questa tipologia di prestazione, infatti, viene erogata a prescindere dal reddito del coniuge superstite, anche se la somma ricevuta potrebbe subire dei tagli se la pensione dovesse essere molto elevata. La pensione indiretta, invece, è la prestazione economica che spetta ai familiari di un soggetto deceduto che era assicurato dal punto di vista previdenziale ma che non era ancora pensionato.
In entrambi i casi, il coniuge superstite pensionato può ottenere un aumento del proprio trattamento pensionistico. Cosa fare per ricevere le cifre aggiuntive? Scopriamolo.
Sia la pensione di reversibilità sia quella indiretta sono riconosciute soltanto se il coniuge defunto possedeva specifici requisiti. Nell’ipotesi della pensione di reversibilità, doveva essere titolare di pensione al momento della morte, mentre nel caso di pensione indiretta doveva aver maturato 15 anni di contributi assicurativi o almeno 5 anni di contributi, dei quali 3 nell’ultimo quinquennio.
Anche per il coniuge superstite sono fissate delle condizioni, perché la pensione di reversibilità e la pensione indiretta possono essere pagate solo al coniuge o all’unito civilmente, anche separato, che non ha contratto un nuovo matrimonio.
Il coniuge divorziato, invece, ha diritto alle prestazioni se è titolare di assegno divorzile, non ha contratto nuove nozze e la data di inizio del rapporto assicurativo del deceduto è precedente la sentenza di divorzio.
Per gli importi, la legge prevede che il coniuge superstite riceve l’80% della pensione maturata o percepita dal defunto. In caso di figli a carico, si aggiunge un 20%, fino al 100% dell’assegno del defunto in se ci sono almeno due figli.
Se, tuttavia, il coniuge superstite possiede ulteriori redditi, la pensione di reversibilità o indiretta può subire delle decurtazioni, in particolare, se si supera di tre volte il trattamento minimo, cioè la soglia di 23.345,73 euro, per il 2024. Se, però, il coniuge superstite vive con minori, studenti o inabili, non è stabilita alcuna riduzione di importo.
Per incrementare la propria pensione in seguito alla morte del coniuge, bisogna inviare domanda all’INPS, tramite il portale telematico MyINPS, oppure chiamando il numero verde dell’Istituto. In alternativa, ci si può rivolgere a un Patronato. Per il coniuge divorziato, invece, è sempre necessario il ricorso al giudice.
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